Una svolta epocale all’orizzonte, le autorità in futuro potranno richiedere l’accesso allo smartphone anche tramite le dita della mano.
“Per gli agenti di polizia non è vietato chiedere lo sblocco del telefono attraverso l’impronta digitale”, è a questa conclusione che si è arrivati solamente di recente, con la corte che ha emanato la sentenza a sorpresa. Viene perciò chiarita la modalità di intervento per le autorità, in quella che per anni è stata una zona grigia nell’interpretazione della normativa.
Non sono mancate ovviamente le proteste, la decisione non è stata accolta con favore da tutti. In tribunale si è discusso a lungo sulle implicazioni della richiesta avanzata dalle forze dell’ordine, che hanno ‘costretto’ l’imputato a permettere l’accesso al telefono tramite l’utilizzo del pollice per sbloccare il dispositivo.
Finora non erano emersi casi simili, ci si è chiesti soprattutto se l’operazione inficiasse il valore della testimonianza offerta alla corte. Al termine della riflessione, un pronunciamento che lascia spazio a poche interpretazioni.
La Corte d’appello degli Stati Uniti interviene finalmente su un argomento di cui si è dibattuto per anni, emanando una sentenza storica all’interno del caso USA contro Jeremy Travis Payne. Quest’ultimo è stato costretto a sbloccare il proprio telefono, attraverso l’utilizzo dell’impronta digitale, dalle forze di polizia. Nella vicenda in questione, il nono Circuito non ha avuto dubbi nel respingere le recriminazioni dell’imputato.
Il Quinto Emendamento della Costituzione statunitense, che garantisce il privilegio contro l’autoincriminazione, non vieterebbe alle autorità di operare in questo modo. “L’utilizzo di biometrica per sbloccare un dispositivo elettronico equivale a chiedere una chiave per aprire una cassaforte”, avrebbe ribattuto Payne ma in realtà gli è stato semplicemente richiesto l’accesso a una fonte di ulteriori informazioni – tra l’altro particolarmente utili ai fini del processo.
È bene ricordare che l’uomo è stato fermato dalla California Highwat Patrol nel 2021 a un semaforo, trovato in possesso di sostanze stupefacenti come il fentanyl e la cocaina e in procinto di spacciarle all’interno della comunità. In definitiva, rimane il valore testimoniale visto che la corte ha equiparato l’azione delle forze dell’ordine al prelievo di campioni di sangue o alla stessa registrazione dell’impronta digitale in commissariato.
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