La primavera risveglia un atavico cruccio: come superare la prova costume. E’ la stagione delle diete dimagranti, che partono ovviamente dalla prima colazione.
In questo campo affidarsi ai consigli del medico, senza cominciare una dieta ad capocchiam, è cosa buona e giusta. La dieta mediterranea è sempre quella più gettonata, eletta Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità sin dal 2010: si basa su una alimentazione varia, rispettando le proporzioni: il 55% di carboidrati, il 15-20% da proteine e il 25/30% da grassi, preferibilmente quelli insaturi. Olio extravergine di oliva sì, burro nì.
Accanto alla dieta Mediteranea, tante alternative. A partire dalla DASH (acronimo di Dietary Approaches to Stop Hypertension), una valida alternativa a quella che va per la maggiore, promossa (importante) dalla comunità scientifica perché combatte in primis l’ipertensione, per questo si basa sulla riduzione di sodio, consentendo un’assunzione al giorno di 2 grammi contro i 5 grammi concessi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Altri tipi di dieta? Partendo sempre la presupposto che deve esserci il parere medico per scegliere la dieta quella più adatta al corpo di ogni singolo individuo (uomo, donna o bambino), ecco la cronodieta (che si basa sui ritmi biologici del corpo), ma anche quella dissociata che prevede l’assunzione di carboidrati, grassi e proteine in momenti diversi della giornata, separati. Appunto.
La prova costume è sempre dietro l’angolo
C’è chi si affida alla Dieta Zona dello statunitense Barry Sears, e chi alla chetogenica a basso contenuto di carboidrati, che riduce gli zuccheri e permette al corpo di bruciare le riserve di grasso. Ce ne sono tante, tantissime, ogni anno ne esce fuori qualcuno che diventa moda. Et voila, ecco quella che ha conquistato in molti, a tal punto da finire sui tabloid inglesi
Molte persone, soprattutto quelli di stampo britannico, anche se la colazione internazionale ha conquistato il suo spazio anche in Italia, fanno colazione tra le 7.00 e le 9:00. Secondo uno studio Tim Spector, professore di epidemiologia genetica al King’s College di Londra, l’orario farebbe tutta la differenza di questo mondo, per questo bisognerebbe spostare la colazione un po’ più tardi, alle 11. Ma perché? Perché secondo l’autorevole professore statunitense, tutto sarebbe figlio di una cena del giorno precedente praticamente posticipata di un’ora, dalle canoniche 20.00 (più o meno) alle 21, all’incirca.
Questo significa che si sta mangiando in una finestra temporale molto più ampia, il che potrebbe aumentare il dispendio calorico. “Funziona – assicura Sears, alla stampa inglese – perché i microbi nel nostro intestino hanno un ritmo circadiano come il nostro e hanno bisogno di un periodo di riposo. Gli studi suggeriscono che fare colazione più tardi per raggiungere un digiuno di 14 ore potrebbe aiutare le persone a perdere da quattro a 11 libbre di peso per diversi mesi”. Volete, o dovete fare colazione all’orario tradizionale, meglio anticipare la cena del giorno precedente. Ricordatevi sempre che la prova costume è dietro l’angolo.