La tecnologia odierna è in grado di sapere persino chi indossava una collana 20.000 anni fa. Tutto questo è possibile grazie al DNA rinvenuto e alla genialità degli umani.
Esattamente 70 anni fa, nel 1953, i due scienziati James Watson e Francis Crick, scoprirono la struttura del DNA e il suo metodo per replicarsi. Questa scoperta gli fece vincere il Premio Nobel nel 1962, proprio per aver capito la struttura della molecole del DNA. Una decina di anni prima, nel 1944, alcuni scienziati capirono che il DNA ha il merito della trasmissione genetica.
E’ incredibile che in pochi decenni gli esseri umani siano arrivati a possedere una tecnologia così potente, capace persino di capire chi indossava una collana 20.000 anni fa.
La prova dell’antico DNA
Alcuni scienziati hanno affermato che tramite un nuovo metodo hanno scoperto il proprietario di una collana. Si tratta di una donna che si era imparentata con dei cacciatori della Siberia. Il luogo della scoperta, dove gli scienziati investigatori hanno prelevato le tracce, è una grotta siberiana, nella quale hanno rinvenuto un dente canino di un alce. Proprio questo dente è stato utilizzato per creare una collana circa 20.000 anni fa. Gli esperti, tramite un nuovo metodo rivoluzionario, sono riusciti ad estrarre l’antico DNA e ad identificare la proprietaria della famosa collana. Ciò che lascia tutti stupefatti sono le tracce di DNA della donna che, attraverso le cellule della pelle, del sudore e altri fluidi corporei, sono state assorbite dal materiale poroso dei denti della collana.
Quindi, le prove sono rimaste intrappolate sul dente dell’alce per circa 20.000 anni, prima che degli esseri umani moderni le estraessero per capire di chi fosse la collana. I vari ciondoli e collane, non solo possono essere utili ad identificare le tracce di DNA, ma servono anche a capire le usanze e lo stile di vita degli uomini e delle donne di migliaia di anni fa. Per la precisione, la collana che è stata trovata appartiene ad un’epoca che va tra i 19.000 e i 25.000 anni fa. Chiaramente gli scienziati hanno utilizzato guanti e maschere durante l’estrazione delle prove, proprio per evitare una contaminazione con il DNA moderno.
Questa ricerca si è trasformata in una vera e propria indagine poliziesca tra passato e presente: gli investigatori hanno lavorato come in una scena del crimine, prelevando tracce di DNA per capire chi aveva maneggiato l’oggetto rinvenuto nella grotta. L’unica differenza con le classiche indagini poliziesche, è il tempo nel quale è stato commesso il fatto. Infatti, gli investigatori dovevano risolvere un enigma con 20.000 anni di ritardo.