Lo spazio può essere tanto affascinante quanto terrificante. È sempre bello alzare gli occhi al cielo ed osservare gli astri, ma tante cose, molto pericolose, si nascondono all’occhio umano. Una di queste, sono i buchi neri, bellissimi e mortali.
Cosa accadrebbe se si attivasse un buco nero vicino al nostro pianeta? Beh, c’è poco da pensare, tutto il sistema solare che conosciamo verrebbe risucchiato e “spaghettizzato”, noi compresi. Ne è stato trovato uno molto vicino alla Terra, dagli astronomi dell’Osservatorio Internazionale Gemini. La domanda che tutti si pongono, a questo punto, è: quanto è pericoloso?
Si tratta di un buco nero dormiente, e Kareem El-Badry, l’astrofisico principale responsabile dello studio di questa scoperta, ha trovato, con il suo team, la prima prova certa della sua esistenza. Questo è situato a 1600 anni luce di distanza ed è stato rinominato Gaia BH1.
Grande come dieci volte la massa del Sole, fa parte di un sistema binario. Non è escluso, infatti, che alcuni corpi celesti, in questo caso una stella, orbitino attorno ad un buco nero in “sicurezza. Un buco nero, infatti, presenta una fortissima attrazione gravitazionale ma, se non si supera l’orizzonte degli eventi, non si rischia di essere irrimediabilmente risucchiati dalla singolarità.
Questo, in particolare, è un buco nero stellare, denominato in tal modo per le sue dimensioni. Ne esistono, ipoteticamente, circa 100 milioni solo nella nostra galassia, ma non tutti sono stati identificati. Individuare un buco nero non è semplice, infatti è possibile solo osservando il materiale stellare attratto dalla sua forza gravitazionale.
Nel caso di Gaia BH1, invece, non è possibile osservare questo fenomeno, in quanto la sua forza attrattiva non è attiva. Un sistema binario è particolarmente peculiare, in quanto l’esplosione che genera un buco nero dovrebbe coinvolgere anche le stelle vicine. Non è chiaro, per gli astronomi, come invece questa sia rimasta “viva” ed orbitante attorno al buco nero.
Come dichiarato da El-Badry, questo sistema non rispecchia i modelli standard di evoluzione riguardo i sistemi binari. Probabilmente ancora non si è compreso del tutto come si formino i buchi neri, e questa scoperta lascia più domande che risposte riguardo alla loro nascita.
Per ora, possiamo solo fantasticare riguardo cosa ci possa essere davvero all’interno di un buco nero, a parte le teorie fisiche quantistiche non si hanno risposte certe. Attualmente, sappiamo che i buchi neri nascono dall’implosione di grandi masse, e concentrano lo spaziotempo in uno specifico punto.
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