Il sistema di sblocco dei modelli Google Pixel in passato aveva già sperimentato il riconoscimento dell’iride. Sul modello Pixel 2 c’era un’app dedicata appositamente a questo scopo. Con la ricerca però ci si è spostati su soluzioni alternative più efficaci.
Il Pixel 2 che avremmo voluto
Mentre ormai gli utenti sono in trepidazione per i nuovi sistemi di autenticazione senza password c’è una scoperta che potrebbe sorprendere. Pare che in passato infatti Google avesse già portato avanti delle sperimentazioni nell’ambito per poi…dimenticarsene. In particolare il modello “incriminato” sarebbe lo smartphone Pixel 2.
Ancora nel 2017 uno dei prototipi di questo modello stando alla documentazione aveva incorporato un sistema di riconoscimento oculare. La sua fotocamera frontale infatti funzionava a infrarossi diversamente da quella classica per il Pixel 2. In più questo smartphone Google avrebbe incluso un software chiamato IrisDemo per registrare le proprie iridi nel dispositivo.
Per farlo occorreva inquadrarsi con la fotocamera posizionando lo sguardo all’altezza di due cerchi che comparivano sul display sotto la scritta “Look Here” (Guarda qui). Sotto comparivano le due opzioni per salvare i propri dati biometrici o verificare l’utente. Questo sistema poi non ha incontrato seguito, ma a vederlo ora appare comunque interessante.
Come funziona oggi sui modelli Pixel
Dopo questa sperimentazione sul Pixel 2 sui modelli successivi come il Pixel 4 è stato introdotto il sensore radar Soli. Questo rilevava senza problemi la prossimità del volto e delle mani e il movimento con cui si avvicinano. Per quanto sorprendente al momento dell’uscita però anche questo sensore ha fatto il suo tempo.
Ora sulla serie dei Pixel 7 invece il riconoscimento biometrico è progredito. L’utente può utilizzare sia le proprie impronte digitali sia il volto per poter sbloccare lo smartphone in suo possesso. La tecnologia di cui è dotato questo modello Pixel è considerata come un sistema di Classe 1 Biometrico.
In futuro l’obiettivo è arrivare a sfruttare i dati biometrici oltre lo scopo di poter utilizzare lo smartphone e proteggerlo da accessi estranei. Si punta a usare il volto e le impronte anche per i servizi di pagamento online come per accedere alle diverse applicazioni. Un nuovo standard che come sicurezza sarebbe al di sopra delle password e dell’autenticazione a due fattori. A patto che funzioni a dovere.
🔴 FONTI: www.phonearena.com