In molti si accaniscono contro i videogames, soprattutto se sono genitori che cercano di tutelare i propri figli. Un discorso comprensibile, dato che alcuni di questi portano contenuti non proprio adatti ai più giovani, come ad esempio Scorn, che ha fatto scalpore nelle ultime settimane. C’è da dire, però, che negli ultimi anni i videogames si sono evoluti tantissimo.
Ci sono due eccessi, nella vita dei videogiocatori. Dal canto loro, i ragazzi passano fin troppe ore davanti ai videogiochi, anche più di quello che dovrebbero, senza prendere le pause consigliate (che dovrebbero essere circa di 10-20 minuti ogni 2 ore di gioco).
D’altra parte, anche i genitori potrebbero esagerare con la loro apprensione, anche quando non necessario. Questi tendono a dare la colpa degli insuccessi, soprattutto quelli scolastici, ai videogiochi. Quante volte i ragazzi si sono sentiti dire “vai male a scuola per colpa di quel coso” oppure gli attribuiscono i problemi di salute? Soprattutto da parte della old generation.
A volte, però, non ci si ferma a riflettere sui lati positivi che i videogames possano portare ai ragazzi. Prima di serbare rancore verso dei contenuti digitali, bisognerebbe informarsi bene su ciò che i ragazzi stanno utilizzando, e fare riflessioni obbiettive.
Nell’Università del Vermont, un team di ricercatori ha svolto e pubblicato uno studio secondo cui, contrariamente alle credenze popolari, i videogiochi sarebbero addirittura positivi per bambini e ragazzi. Il risultato della ricerca può essere trovato facilmente sulla rivista Jama Network Open.
A quanto risulta, dunque, i videogames migliorerebbero le abilità cognitive ed i riflessi dei ragazzi, come la velocità di pensiero, reazione e collegamento logico, trovandosi ad affrontare una moltitudine di situazioni differenti. I giochi non compromettono i meccanismi neurobiologici, quindi associarli a disturbi comportamentali, come depressione e violenza, sarebbe sbagliato.
Nello studio, i ricercatori hanno mostrato dati relativi a sondaggi e svariati test, sia cognitivi che di imaging cerebrale. Questi dati sono stati reperiti all’ABCD (Adolescent Brain Cognitive Development Study), uno studio supportato dal NIDA (National Institute on Drug Abuse), in collaborazione con altri enti che si occupano della salute, come il National Institutes of Health.
Su un campione di 2000 bambini, tra loro i videogiocatori hanno dato risultati migliori nei test cognitivi. Test che sono durati circa tre ore, tempo appositamente scelto in quanto supera quello consigliato per le sessioni di gioco. I ragazzi che giocavano oltre questa soglia di tempo, hanno dimostrato di essere più veloci e precisi nello svolgimento di compiti cognitivi.
Inoltre, questi stessi ragazzi hanno mostrato segni di attività cerebrale più elevata, rispetto ai compagni, per le regioni del cervello che interessano l’attenzione e la memoria. Il lato negativo è, però, la minore attività cerebrale delle regioni associate alla vista.
Questo studio non è stato svolto mirando a spingere i ragazzi a passare le ore davanti alla tv oppure ad un dispositivo mobile, ma piuttosto per dimostrare quanto sia sbagliato associare alcuni tipi di negatività, presenti nella vita dei ragazzi, ai videogames.
Altro duro colpo per Stellar Blade che da qualche ora è finito di nuovo nella…
Fallout, come tutti sanno, nasce come videogioco. Con l'uscita della serie tv però la saga…
Quanto sai della storia del logo Android? Non è necessario essere un esperto per riconoscere…
Qual è il lavoro ideale per ogni segno zodiacale? Quello che permette alle sue caratteristiche…
Hai perso lo smartwatch di recente? Con questa funzione potrai sentirti al sicuro: è la…
Nell’era digitale di oggi, ci sono innumerevoli modi di guadagno extra e tra le opzioni…