Ci sta sfuggendo qualcosa di mano, o la situazione si sta assestando sempre più verso il virtuale piuttosto che il reale? Stavolta parliamo nello specifico di arte, ma quello che si legge tra le righe potrebbe andare un tantino oltre.
Se tutto nasce dalla venuta alla luce di criptovalute, blockchain e NFT, ed è effettivamente così, quello che dobbiamo forse aspettarci dalla vicenda appena accaduta è che l’arte così come la conosciamo sia destinata a scomparire per sempre, prima o poi.
Questo perlomeno sembrerebbe essere il pensiero dell’artista Damien Hirst, imprenditore britannico, capofila del gruppo conosciuto come YBAs, noto soprattutto per una serie di opere contraddittorie e provocanti, tra cui corpi di animali (come squali tigre, pecore e mucche) imbalsamati e immersi in formaldeide, vetrine con pillole o strumenti chirurgici o “mandala” costituiti di farfalle multicolori, o il celebre teschio ricoperto di diamanti.
L’artista, che è attualmente in mostra con le sue opere alla Newport Street Gallery di Londra, all’interno di un progetto chiamato “The Currency”, ha messo mano ad un migliaio di sue opere e le ha bruciate.
Letteralmente, ha dato loro fuoco, mandando in fumo circa 2 milioni di dollari. Per ora, perché prevede di dare fuoco ad almeno quattro volte la quantità delle opere distrutte finora. Con il consenso dei loro proprietari, ovviamente, che le hanno acquistate da Hirst.
Ovviamente, c’è una logica (per quanto sconnessa) dietro a questo modo di operare. Damien Hirst infatti ha interpellato i possessori di 10 mila delle sue opere, chiedendo se preferissero continuare a detenere il possesso della versione fisica o se volessero mantenere una versione virtuale sotto forma di NFT.
La maggior parte, per l’esattezza 5,149 possessori di opere firmate e numerate dall’artista, hanno preferito mantenere in casa la versione fisica dell’opera da loro acquistata (che comunque è stata realizzata anche in versione digitale), mentre i restanti proprietari (tra cui figura anche Hirst stesso, possessore di 1000 delle sue opere) hanno dato il consenso a bruciare le versioni fisiche delle opere d’arte per tenere solo quella virtuale.
Le opere in questione sono state bruciate per mano di Damien Hirst dentro ad alcuni camini speciali realizzati per l’occasione che si trovano dentro alla galleria d’arte stessa, la Newport Street Gallery.
La Newport Street Gallery è una galleria d’arte situata a Londra che espone la collezione d’arte personale di Damien Hirst. Si sviluppa per tutta la lunghezza di Newport Street a Vauxhall. La galleria ha aperto a ottobre 2015.
Le opere bruciate per il momento da Hirst, che sono in tutto 1000, hanno un valore di 2000 dollari l’una: non è dunque lontano dalla realtà affermare che Damien Hirst ha bruciato, letteralmente, 2 milioni di dollari in opere d’arte.
Chissà che non si sia trattato di una mossa che, nel bene e nel male, darà a Damien Hirst una rinnovata impennata di notorietà.
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