Per la tecnologia limitare potrebbero arrivare dei limiti e in particolare questi riguarderebbero l’utilizzo dei droni. I maggiori produttori di robot e droni hanno infatti scritto una lettera aperta per richiedere di non montare armi sui loro progetti.
Il velo sottile fra uso civile e militare
Non è raro sentir parlare di droni militari, magari anche con una struttura molto particolare. Dopotutto questa tecnologia trova applicazioni in tutti i settori. Si va dalla semplice consegna di prodotti acquistati online alla consegna di medicine e alla possibilità in futuro di diventare un nuovo mezzo pubblico per spostarsi in città.
Pare però che la possibilità che i propri robot/droni vengano sfruttati come strumenti di guerra e di distruzione preoccupi diverse aziende. Le sei maggiori società produttrici di questi dispositivi (tra cui Boston Dynamics e Open Robotics) hanno voluto infine presentare una richiesta ufficiale per scongiurare questo scenario. Questa è arrivata sotto forma di lettera aperta sottoscritta da questi colossi del settore, che ci tengono alla propria etica.
Un esempio lampante di come dei droni possano diventare il terrore della popolazione sono stati i quadrirotori DIJ usati dall’offensiva ucraina come dei lanciagranate. Chiaramente la progettazione di quei droni non era avvenuta a scopo bellico, ma l’azienda ha prontamente bloccato la loro produzione.
Non esiste al momento un regolamento che punisca questa forma violenta di creatività nell’uso dei robot, ma è quanto le aziende auspicano arrivi presto. Pare addirittura che nel corso del conflitto russo-ucraino gli stessi governi abbiano incoraggiato i civili a utilizzi poco consoni dei loro dispositivi…
Occorre fare una distinzione
La richiesta non riguarda chiaramente quei dispositivi e quei robot che sono costruiti appositamente per la difesa e per essere forniti alle Forze Armate. Ciò per cui i produttori premono è la regolamentazione contro l’utilizzo improprio dei dispositivi commercializzati e accessibili a tutti. Ci vuole poco a trasformare quello che per alcuni è oggetto di svago in uno strumento di morte.
Oltre a una questione di coscienza, le aziende temono anche le ripercussioni sulla propria immagine. Venire identificati come produttori di articoli pericolosi può essere un grave danno e portare il pubblico a nutrire sospetti.
Nella lettera si fa riferimento a delle armi in particolare che verrebbero montate su robot e droni, ossia i fucili della categoria Special purpose unmanned rifle.
🔴 FONTI: www.thedrive.com