Dopo i cani robot che tanto hanno fatto impazzire (nel bene e nel male) milioni di utenti, soprattutto quello di Boston Dynamics, dopo gli sciami di insetti-droni della NASA per la ricerca aliena, ecco gli scarafaggi salva-mondo.
Kenjiro Fukuda e il suo team del Thin-Film Device Laboratory, presso il gigante della ricerca giapponese Riken, hanno sviluppato qualcosa di talmente rivoluzionario che potrebbe salvare l’umanità da alcune calamità naturali. Almeno così ne sono convinti loro.
E’ una pellicola flessibile a celle solari, spessa 4 micron, circa un venticinquesimo della larghezza di un capello umano, che può adattarsi all’addome dell’insetto: uno scarafaggio, appunto.
Il concept dello scarafaggio salva-mondo
L’idea nasce da un concept ben preciso: se un terremoto di grande magnitudo colpirà in un futuro una nazione e i sopravvissuti dovessero rimanere intrappolati sotto tonnellate di macerie, i primi soccorritori a localizzarli potrebbero essere proprio degli sciami di scarafaggi-cyborg.
Questa è una potenziale applicazione di una recente scoperta del team di ricercatori giapponesi che hanno dimostrato la capacità di montare “zaini” di celle solari ed elettronica sugli scarafaggi-cyborg e controllarne il movimento, tramite telecomando.
L’idea che stanno sviluppando gli scienziati del Sol Levante permetterebbe agli scarafaggi-cyberog di muoversi liberamente mentre la cella solare genera energia sufficiente per elaborare e inviare segnali direzionali negli organi sensoriali, sui quarti posteriori dell’insetto.
Problemi batteria? Sì, ma fino a un certo punto
Il lavoro svolto si basa su precedenti esperimenti di controllo degli insetti presso la Nanyang Technological University di Singapore, con lo scopo, un giorno, di creare insetti-cyborg capaci di entrare in aree pericolose in modo molto più efficiente dei robot, in quanto ovviamente più piccoli. Ma talmente grandi da salvarci dalle calamità naturali.
Fukuda e il suo team hanno scelto gli scarafaggi sibilanti del Madagascar per gli esperimenti, perché sono abbastanza grandi da trasportare l’attrezzatura e non hanno ali in grado di ostruirne il meccanismo. Anche quando lo zaino e la pellicola sono incollati alla schiena, gli insetti possono attraversare piccoli ostacoli o raddrizzarsi, nel caso in cui si capovolgono.
“Le batterie all’interno dei piccoli robot si esauriscono rapidamente, quindi il tempo per l’esplorazione si riduce – ammette il capo del team – ma il vantaggio di questi insetti è che l’elettricità profusa non è poi così tanta”.
La ricerca, ovviamente, non è ancora stata completata, ma il ricercatore di Riken Yujiro Kakei ha usato un computer specializzato e un segnale Bluetooth wireless per dire allo scarafaggio cyborg di girare a sinistra, telecomandarlo, facendolo muovere in una determinata direzione.
La prossima sfida è la miniaturizzazione dei componenti, in modo che gli insetti possano muoversi più facilmente e consentire il montaggio di sensori e persino telecamere.
Costi? Kakei ha detto di aver costruito lo zaino cyborg con 5.000 yen (circa 35 dollari) di parti acquistate nel famoso distretto dell’elettronica di Akihabara, a Tokyo. A tutta il resto ci sta pensando il loro concept.