Con il Merge Ethereum non naviga in acque tranquille, anzi registra perdite maggiori rispetto a Bitcoin. Con il passaggio al nuovo protocollo sta perdendo il 13,91% a settimana, denotando un periodo di profonda crisi. Come sarà il suo futuro?
Se da un lato il Merge di Ethereum porta benefici all’ambiente rendendo il token più sostenibile, di contro al momento non sembra aiutarlo a risalire. Al momento questa criptovaluta non convince più gli investitori come prima e la cosa è lampante. Ethereum su base giornaliera perde quasi l’8% e il 13,91% allargandosi invece su base settimanale.
L’annuncio del completamento del Merge è recentissimo, risale appena al 15 settembre, ma gli effetti si iniziavano a sentire già dalla sua decisione. Anche altri due token legati alla blockchain di questa criptovaluta se la passano male. La prima, ossia Ethereum Classic ,al momento vale appena 34,49 dollari. La seconda, Ethereum Proof-of-Work, è scesa addirittura a 13,56 dollari con una picchiata superiore al 66%.
La magra consolazione per questo token è che non è il solo a registrare dei cali, per quanto importanti. Bitcoin per esempio è sceso sotto i 20.000 dollari con una percentuale di perdita appena inferiore al 2%. Lo stesso vale per altre criptovalute che facevano ben sperare come DogeCoin, che sta perdendo fra il 2 e il 3% su base giornaliera come anche Solana.
Anche nel settore delle criptovalute è arrivato il momento di rivedere alcuni aspetti alla luce del contenimento dei costi per una maggiore sostenibilità. Dopo alcune idee per effettuare mining tramite l’energia rinnovabile alla fine si è optato per il passaggio al protocollo Proof-of-Stake o meglio per il Merge con il meccanismo Beacon Chain.
Questo comporta innanzitutto la sostituzione dei miner con altri soggetti chiamati validatori. Si tratta fondamentalmente di investitori che possiedono già una certa quota di Ether e che potranno intervenire in prima persona confermando la validità delle transazioni.
La scomparsa di chi faceva mining comporta sicuramente una riduzione dei token circolanti ma anche un minor consumo di corrente, pari al 99,95%. Un cambiamento radicale che ora privilegia i possessori maggiori e anzi incentiva ad entrare nella cerchia dei validatori. Diventarlo comporta però la necessità di fare staking, bloccando un certo numero di Ether (32 per la precisione). Questa attività fornisce comunque delle ricompense, in una sorta di accumulo di interessi.
🔴 FONTI: cryptonomist.ch
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