Analizzando un buco nero relativamente “vicino” alla Terra gli astronomi Australiani hanno identificato una potente emissione di plasma. Questo fenomeno si chiama getto relativistico e ancora oggi è oggetto di vari studi sulla sua natura e formazione.
Quanto osservato dai ricercatori della Western Sydney University è davvero affascinante. Esaminando uno dei buchi neri prossimi alla Terra (se 100 milioni anni luce si può definire così…) hanno potuto osservare il fenomeno che Stephen Hawking aveva già descritto come “evaporazione dei buchi neri”. Si tratta di una potente emissione di plasma. Per indicarla si usa il termine getto relativistico.
Questo flusso è enorme e si estende per circa un milioni di anni luce. Il fatto che sia così forte dimostra la presenza di una galassia con il nucleo attivo, per la precisione la NGC2663. Il getto relativistico però è 50 volte la massa di questa galassia.
Gli astronomi hanno potuto godersi la vista di questo fenomeno incredibile grazie a un potente strumento, vale a dire il telescopio ASKAP. Se questo buco nero non può vincere il titolo di più luminoso, si guadagna comunque il primo posto per il flusso di plasma più grande mai registrato. Grazie a questa osservazione si potrebbe presto comprendere meglio il ciclo vitale delle galassie, dalla sua formazione all’origine dei buchi neri.
La nascita di questi corpi celesti sarebbe legata alle cosiddette stelle massive, molto più grandi del nostro Sole. Una volta che questi enormi globi infuocati terminano il combustibile collassano e formano prima una stella di neutroni e successivamente un corpo densissimo, ossia il buco nero. La densità al suo interno è tale che assorbe la stessa luce grazie ad un’attrazione gravitazionali fortissima.
Il buco nero insomma è lo stadio finale del ciclo vitale delle stelle e dei loro aggregati come le galassie. Il plasma che ne fuoriesce ne alimenta altre e tutto ricomincia. Come sosteneva il professor Hawking infatti tali corpi non sono del tutto oscuri ma perdono una quantità di energia, vale a dire il getto relativistico. Un tempo questo fenomeno era infatti denominato “radiazione di Hawking”, ma per molti anni non è stata ritenuta osservabile.
Ora che la scoperta australiana è stata opportunamente documentata e resa nota però tutto cambia. Il prossimo passo è poter osservare la nascita di un buco nero.
🔴 FONTI: www.msn.com
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