Il social di condivisione per eccellenza ha bloccato l’account diretto del sito di contenuti espliciti più famoso del mondo. L’intento del social è quello di bloccare la diffusione di contenuti espliciti, ma come mai non lo ha fatto prima?
Un account in regola
Quello di Pornhub era un account che seguiva il regolamento di Instagram. I contenuti postati, infatti, non erano sessualmente espliciti, dunque non promuovevano direttamente materiale pornografico.
Con più di 13 milioni di follower e migliaia di post pubblicati nel social, circa 6200, l’account del sito a luci rosse è stato bloccato dal social. Instagram, infatti, ha rilevato i messaggi tra le righe dei post di Pornhub, che incitavano ad intraprendere la carriera pornografica.
Per questo, nonostante i contenuti postati rispettassero il regolamento della piattaforma, l’account è stato bloccato. Data l’ampia fascia di età dell’utenza presente sul social, Instagrm vuole tutelare tutti coloro che ne fanno utilizzo, mettendo in primo piano la loro sicurezza.
Pressioni da associazioni esterne
L’iniziativa, però, non è tutta farina del sacco Meta. Altre associazioni avevano già fatto presente ciò che stava accadendo, e tra queste è presente anche il National Center on Sexual Exploitation. Quest’ultima, in particolare, ha notificato i post di MindGeek come promotori indiretti per indurre gli utenti ad intraprendere la carriera pornografica.
La società che regola il sito dai contenuti espliciti, inoltre, è stata anche abbandonata, all’inizio dell’estate, dal suo CEO, Feras Antoon, ed il suo COO, David Tassillo. Questa, però, non è stata l’unica perdita per Pornhub.
Anche Visa e Mastercard hanno interrotto i rapporti con Traffic Junky, la società attiva che si occupa del materiale pubblicitario nel sito. In particolare, questa è una conseguenza di un’accusa formale, nei confronti di Visa, secondo cui contribuisse alla monetizzazione di materiale illecito. Tutto in riferimento ad un episodio in cui, nel 2014, del materiale pedopornografico era stato caricato sul sito, tralaltro senza il consenso della tredicenne presente nel filmato.
Le conseguenze
Ora, il National Center on Sexual Exploitation, tramite il suo CEO Dawn Hawkins, sprona le altre piattaforme a seguire l’esempio del social. Questo di Instagram non è, infatti, un episodio isolato.
Su altre realtà, Pornhub starebbe seguendo lo stesso percorso. Dunque, continuerebbe a postare materiale in regola con le linee guida delle piattaforme su cui è presente, ma inserirebbe messaggi sottintesi che incentivano i follower a seguire una carriera non propriamente casta.
Dal canto suo, MindGeek risponde che non tollera la pubblicazione di contenuti illegali. Questo, però, non smentisce le motivazioni per cui l’account di Pornhub sia stato sospeso su Instagram.