In questi giorni, la NASA si sta dando molto da fare, per poter far tornare di nuovo l’uomo sulla Luna. Questo, infatti, è proprio l’obbiettivo del progetto Artemis che, forse, porterà una futura colonizzazione del satellite. Per il momento, saranno valutate le condizioni grazie all’aiuto di un’intelligenza artificiale, che tutti già conoscono.
Qualche giorno fa, si è parlato di un progetto, sviluppato dalla NASA, di un futuro allunaggio da parte dell’uomo, dopo be 53 anni dalle ultime impronte lasciate sulla superficie. L’Ente darà il via ad Artemis III fra qualche anno ma, per il momento, si deve ancora dare il via al tutto.
Per fare qualche passo avanti, prima bisogna farne qualcuno indietro. Dunque, si parte con Artemis I, che vedrà il lancio della navicella Orion, con a bordo degli ospiti davvero particolari. Attualmente, la partenza è prevista per il 29 Agosto, dunque manca meno di una settimana all’inizio della missione Artemis.
La finalità del progetto, dunque, sarebbe di capire se la Luna può essere resa abitabile. Per farlo, però, bisogna prima fare un sopralluogo sul campo spaziale. Così, la NASA lancerà la navicella con a bordo due singolari astronauti ed una AI particolare, per fare i primi rilevamenti. La navicella, quindi, rimarrà in orbita del satellite per un paio di settimane, in una missione che durerà, in totale, 26 giorni.
Orion, in realtà, non avrà un vero e proprio equipaggio. I due “astronauti”, infatti, saranno due manichini, accompagnati da un’intelligenza artificiale che tutto il mondo già conosce da tempo: Alexa. I manichini, per la precisione, sono stati creati per poter rilevare le radiazioni, teoricamente assorbite dal corpo umano, durante la permanenza degli astronauti nello spazio.
Sviluppata in una versione creata appositamente per il viaggio spaziale, l’AI di Amazon è stata programmata per poter leggere e trasmettere i dati della missione, ma non solo. Oltre al controllo delle luci della capsula, Alexa rientra in un progetto più ampio, chiamato Callisto, sviluppato da Lockheed Martin, una società aerospaziale che opera, inoltre, nel settore della difesa. Il progetto, inoltre, ha visto anche la collaborazione di Cisco ed, ovviamente, di Amazon.
Callisto sfrutterà, in particolare, la piattaforma di comunicazione Webex. Basata in gran parte sulla tecnologia di Alexa, questa AI avrà accesso a circa 120.000 letture riguardanti i dati della navicella. Inoltre, potrà raggiungere anche quelle fino ad ora accessibili solo dal controllo missione di Houston.
Il sistema sfrutterà, per la ricezione dei comandi, il Deep Space Network della NASA. Questo è un particolare sistema di comunicazione, che permette le comunicazioni tra il centro di controllo e le navicelle inviate nello spazio. Tramite questo sistema, quindi, l’AI sarà connessa ai server nel cloud, in modo da rendere Amazon accessibile anche dallo Spazio.
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