Falsa partenza. Non è iniziato affatto il secondo campionato di Serie A in streaming. DAZN è finito sotto il fuoco delle critiche dei suoi furiosi abbonati e perfino del mirino dell’antitrust, a causa dei disservizi nella prima giornata di Serie A.
Salernitana-Roma, ma non solo. Anche Lazio-Bologna, Fiorentina-Cremonese e Spezia-Empoli. Partite che chi ha attivato il canale 214 di Sky “Zona Dazn”, è riuscito a godersi grazie alla copertura del satellite, pagando pur sempre 5 euro in più. Ma problemi, problemi a go-go in tutta Italia.
C’è chi non riusciva a vedere le partite, chi veniva cacciato dalla piattaforma e chi non riusciva proprio a entrare dopo esser riuscito a fare un accesso tutt’altro che immediato. Oltre il danno la beffa: in molti si sono lamentati perché sentivano l’audio ma non vedeva le immagini.
Le rotelline del buffering hanno fatto infuriare milioni di abbonato. Sono arrivate alle orecchie della Lega, che non le ha affatto mandate giù, e ha chiesto spiegazioni alla piattaforma in streaming londinese. L’AGCOM è scesa in campo. E il suo attacco è stato durissimo.
“A seguito dei gravi disservizi registratisi durante le trasmissioni delle partite di calcio della prima giornata del campionato di serie A e delle numerose segnalazioni pervenute, l’Agcom ha chiesto con urgenza chiarimenti a Dazn su quanto accaduto e su come la società sta operando per evitare il ripetersi di disservizi in occasione della prossima giornata”. Il comunicato ufficiale dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, un’autorità amministrativa indipendente italiana di regolazione e garanzia, con sede principale a Napoli e sede secondaria operativa a Roma, è continuato con parole al vetriolo.
“Agcom ha anche chiesto a Dazn di provvedere celermente ad erogare gli indennizzi previsti dall’ultima delibera adottata dall’Autorità. Agcom si riserva, a seguito degli approfondimenti e delle proprie valutazioni di adottare ogni iniziativa che si renderà necessaria”.
Il 2022 già iniziato con un procedimento sanzionatorio nei confronti di DAZN, poiché secondo l’autorità la piattaforma, tra le altre cose, non aveva preso “ogni accorgimento di natura tecnica funzionale a prevenire i malfunzionamenti della propria piattaforma di origine del segnale televisivo trasmesso” sta diventando un annus horribilis.
I suoi abbonati sono sul piede di guerra. Alcuni non hanno rinnovato visto l’alzamento dei prezzi e quella doppia chance di abbonamento che proprio non piace: ci vogliono 29,90 euro al mese per vedere DAZN, ma solo con due dispositivi nella stessa casa. Addirittura 39,90 per due dispositivi “a distanza”. Come se non bastasse, pure i problemi. Anche no!
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