Attraverso dei campi magnetici e l’aiuto dell’ingegneria genetica è possibile “telecomandare” dei moscerini della frutta. Ma l’obiettivo finale è molto più ambizioso: far riacquisire i sensi come la vista a chi li ha persi.
Se si parla di moscerini telecomandati si tende a pensare a dei piccolissimi robot…ma si tratta invece di animali vivi. Difatti è possibile indirizzare a piacimento con impulsi di un campo magnetico questo insettino grazie al contributo dell’ingegneria genetica.
Non si tratta però di una sperimentazione fine a sé stessa ma di un primo step per un progetto a dir poco avanguardista, finanziato dalla DARPA. Si vuole arrivare tramite questa combinazione di biotecnologia e magnetismo a ridonare i sensi. Chi ha perso la vista ad esempio potrebbe ricevere gli impulsi a livello della corteccia celebrale, senza usare gli occhi. Ciò che si vede è l’elaborazione delle informazioni che gli occhi inviano al cervello. La vista o meglio la visione è un prodotto cerebrale, che si può costruire con i giusti impulsi e stimoli.
Un traguardo quasi fantascientifico del progetto è passare poi dal ridonare la vista a “leggere” letteralmente il pensiero, attraverso un casco apposito. Naturalmente ci sono ancora diversi aspetti da ritoccare prima di iniziare a sperimentare su altri animali o sull’uomo.
Lo studio è stato condotto presso la Rice University, che si trova a Houston. In breve è stato pubblicato sul giornale scientifico Nature Materials, che tratta principalmente la branca delle Scienze dei Materiali.
La sperimentazioni ha visto intanto una modifica genetica dell’organismo modello usato, il moscerino della frutta. Nello specifico si è prodotto un canale ionico sensibile alla temperatura nei neuroni motori dell’insetto. Successivamente si sono iniettate delle nanoparticelle che si riscaldano all’interno di un campo magnetico. Combinando queste due tecniche si è ottenuto un modo per spingere l’insetto a effettuare dei movimenti in una teca variando solo il flusso campo magnetico circostante. In particolare si poteva spingere il moscerino ad allargare le ali, perché i neuroni interessati erano quelli coinvolti in questo movimento.
Il primo aspetto da rivedere è chiaramente il tempo di reazione, ora pari a circa mezzo secondo ma che dovrebbe scendere notevolmente. Per rispecchiare ad esempio la vista umana lo stimolo dovrebbe avere un tempo di risposta pari a un centesimo di secondo.
🔴 FONTI: neurosciencenews.com
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