Google conferma l’effettivo e definitivo licenziamento di Blake Lemoine, l’ingegnere che riteneva LaMDA un’intelligenza artificiale senziente. Dapprima messo in congedo forzato ma retribuito, il ricercatore conferma che non rientrerà più a far parte del team della grande G.
Lo sbaglio di Blake Lemoine
Gli USA non sono certo famosi per le tante cerimonie, quando si tratta di licenziamento, soprattutto se a farlo è un colosso come Google. Il fatto che l’ingegnere fosse stato messo in congedo, e non direttamente licenziato, sembrava strano, per i canoni di gestione americani in queste situazioni. Probabilmente, questo è semplicemente dovuto al risolvimento di pratiche burocratiche, necessarie a confermare l’allontanamento definitivo di Lemoine dalla multinazionale.
Google, infatti, non avrebbe licenziato il ricercatore a causa delle sue convinzioni riguardo LaMDA. Nonostante la compagnia sostenga che le idee di Lemoine fossero infondate, la vera causa del licenziamento sta nella violazione dei protocolli di privacy e sicurezza aziendali.
Lemoine, infatti, avrebbe divulgato informazioni sensibili a terzi, riguardanti le ricerche sostenute da Google. Questo, all’azienda, non è piaciuto affatto, e quindi ha optato per un licenziamento, ma serviva tutta la documentazione per renderlo ufficiale.
Dunque, circa un mese fa, Lemoine era stato congedato con retribuzione, ma quello era solo un passaggio di transizione per arrivare all’effettivo allontanamento dalla società. Nonostante questo, qualche giorno dopo l’accaduto, l’ingegnere avrebbe continuato a divulgare informazioni riguardo l’AI. Nel particolare, avrebbe condiviso, con la piattaforma di pubblicazioni online Medium, l’intera trascrizione delle sue comunicazioni con LaMDA.
La risposta di Google
Questo genere di comportamento, dunque, non è piaciuto affatto all’azienda, che ha provveduto ad allontanare definitivamente Lemoine. Google, comunque, ha voluto rendere chiaro di aver preso in considerazione le affermazioni del ricercatore, e di aver stabilito che non c’erano prove a supporto di ciò che sosteneva, riguardo l’ipotetica coscienza di LaMDA.
Il ricercatore, infatti, non è stato ignorato, ma, al contrario, le sue teorie sono state studiate a fondo. Un risultato del genere, come la creazione di un’intelligenza artificiale senziente, sarebbe stata una rivoluzione per il mondo scientifico e tecnologico.
Il team Google, infatti, avrebbe effettuato diverse revisioni per accertarsi dell’effettiva veridicità, o meno, di quanto sostenuto dal ricercatore, pubblicando anche un documento in cui viene mostrata la ricerca svolta nello sviluppo dell’AI. Dunque, la violazione delle politiche aziendali, riguardo la sicurezza di informazioni sensibili, da parte di Lemoine, ha portato l’azienda ad un licenziamento inevitabile.
Per il momento le AI rimangono solo dei software senza emozioni, anche se davvero complicati. Forse, in futuro, Lemoine avrebbe potuto aver ragione, mantenendo, però, un comportamento più corretto nei confronti di coloro per cui effettuava le sue ricerche.
Fonte: Corriere