All’Università di Bologna si sta provando a usare l’intelligenza artificiale per decifrare nientemeno che il cipro-minoico. Tramite il “deep learning” è nato un modello per analizzare i segni dell’antica scrittura, denominato dal team “Sign2Vecd”.
Altro che nottate sulle lastre incise con il pennellino e i codici alla mano, all’Università di Bologna si tenta un approccio nuovo all’archeologia. Il nome di questo progetto porta il nome ‘Erc Inscribe’ e prevede l’utilizzo del deep learning proprio dell’intelligenza artificiale per decifrare le scritture antiche. A coordinare questa ricerca c’è la professoressa Silvia Ferrara. Si tratta della docente presso il Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica.
In particolare si sta applicando questo metodo alla decifrazione della scrittura cipro-minoica, risalente a circa 3.500 anni fa. Questa scrittura risulta risalire alla tarda età del Bronzo sull’isola di Cipro. Da qui infatti deriva il suo nome. I passi avanti di ‘Erc Inscribe’ sono apparsi sulla rivista Plos One e sono molto incoraggianti.
Per decifrare il cipro-minoico il team avrebbe insegnato a un’intelligenza artificiale a catalogare e analizzare diverse sequenze di segni. Il deep learning si basa infatti su reti neurali artificiali che si presentano organizzati in livelli multipli di apprendimento.
Il risultato ha dimostrato corrispondenze fra i segni presenti sugli utensili e quelli sulle tavolette d’argilla. Il cipro-minoico sarebbe dunque una lingua singola e non una commistione di più idiomi. Le corrispondenze che hanno trovato coprono il 70% dei segni.
L’enigma del popolo minoico
Le prime iscrizioni poi classificate come cipriota-minoico furono scoperte nel sito archeologico di Enkomi nel 1955. Si tratta di un luogo dove si sono portati alla luce diversi reperti dell’Età del bronzo sulla costa meridionale di Cipro.
La tavoletta di argilla trovata nel 1955 aveva appena tre righe di iscrizioni e poteva risalire al 1500 a.C. Gli archeologi hanno trovato manufatti simili anche a Ugarit e a Kalavassos-Ayios Dimitrios.
Sul cipriota-minoico esistono da tempo due ipotesi principali. Secondo la prima ci sarebbero ben quattro sottogruppi di segni di scrittura e quindi ben quattro lingue distinte. La seconda invece vedrebbe le differenze come banali stili diversi di scrittura ma per esprimere la stessa lingua.
L’intelligenza artificiale del progetto ‘Erc Inscribe’ propende per l’esistenza di più stili. Ora i ricercatori intendono procedere allo studio della lingua seguendo questa pista.
🔴 FONTI: corrieredibologna.corriere.it