Chip modulari e riciclabili: l’idea sostenibile e tech nata al MIT

L’Istituto di Tecnologia del Massachusetts (MIT) vuole trovare un modo per smettere di dover sostituire smartphone e pc per comprare nuovi modelli. Spuntano i nuovi chip per ridurre i rifiuti elettronici, incastrabili come i Lego.

chip in serie
Dei chip da usare come per le costruzioni, da incastrare e combinare. – Androiditaly.com

La nuova tecnologia per i chip sta prendendo piede in Massachusets presso l’istituto universitario di ricerca chiamato MIT. L’obiettivo è arrivare a svilupparli con un sistema che non richieda di cambiare continuamente i dispositivi che li prevedono. Le componenti dei chip sono poco riciclabili e anche estrarli è difficile. Per questo i rifiuti elettronici sono sempre di più e non sono un problema trascurabile. Serve quindi cercare di prolungare il più possibile la vita di smartphone e PC.

La strategia del MIT è già stata pubblicata sulla rivista Nature Electronics, dedicata alla ricerca. I nuovi chip del Massachusets sono pensati come componenti da sistemare a strati, come se si trattasse di mattoncini Lego. Una volta impilati possono interagire senza collegamenti fisici come i cavi o i fili elettrici ma con microscopiche luci LED.

Grazie a questi impulsi luminosi non serve installare nient’altro nella struttura che si viene a creare. Questi chip hanno una sorta di intelligenza artificiale che si può configurare a seconda di come vengono incastrati fra di loro. Si possono mischiare, sommare o togliere a seconda di ciò che serve.

Struttura dei nuovi…chip Lego

micro led
Segnali di luce tra i chip per trasmettere informazioni a quello sullo strato superiore. – Androiditaly.com

Il chip che punta a ridurre l’inquinamento rappresentato dai dispositivi elettronici è stato presentato dall’ingegnere elettronico Jihoon Kang come l’AI chip. Infatti rende possibile la riconfigurazione, finora mai considerata o resa possibile.

Ogni chip possiede una sorta di minuscolo “cervello artificiale” non più grande di quattro millimetri quadri di superficie. Esso contiene dei “memristors” come li hanno chiamati gli scienziati del MIT, dei transistor dotati di memoria. Possono ricordare quanta corrente li ha attraversati e interpretare su questa base i segnali luminosi. Compresa l’informazione, i memristors eseguono delle funzioni specifiche preimpostate.

Al momento questi chip sono in grado di riconoscere delle immagini semplici e le forme riprodotte da pixel di alcune lettere. Ovvero la M, la I e la T. In questa fase di “lettura” i chip presentano ancora qualche difficoltà di riconoscimento tra le diverse lettere. L’affidabilità dei dati  è rilevante e i ricercatori sono al lavoro per risolvere il problema.

 

🔴 FONTI: www.thedailybeast.com

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