Oggi parleremo di quello che è attualmente considerato come il computer più potente mai esistito fino ad adesso. E no, non parliamo di un PC da gaming come quelli di MSI o di altre società molto attive nel settore, bensì di una istituzione che è stata tra le prime in assoluto ad occuparsi di queste tipologie di dispositivi. Ma che storia abbiamo da raccontare in vista del fatto che ci sia un computer così famoso da presentare?
Thomas J. Watson JR, ovvero il presidente di Ibm, disse durante una riunione con gli azionisti che la sua società stava costruendo – il 29 aprile 1952 – che stava per portare a termine la progettazione di un computer ad alta velocità e anche il più avanzato che sia mai esistito fino a quel momento. Al tempo prendeva il nome di Ibm 701 e la compagnia ne produsse 19 esemplari, tuttavia fu conosciuto con il nome in codice di Defense Calculator, ovvero il primo calcolatore commerciale di Ibm in grado di eseguire 2.200 moltiplicazioni e 17.000 addizioni e sottrazioni al secondo.
Questo sistema sfruttava dei circuiti logici a valvole e memoria elettrostatica, costituite da 72 tubi Williams con una capacità di 1024 bit ciascuno per una memoria totale di 2048 parole di 36 bit. Con una quota di affitto di 16.000 dollari al mese, la prima unità fu installata proprio nel 1952 presso la sede centrale di Ibm a New York City, in sostituzione del modello Ssec, acronimo di Selective Sequence Electronic Calculator. Il dispositivo arrivava smontato in undici pezzi, fra cui due unità di memoria elettrostatica e tre unità di alimentazione e distribuzione.
L’hard disk odierno nato proprio da questo PC
L’unico concorrente dell’Ibm 701 era l’Univac, progettato da J. Presper Eckert e John Mauchly, con il quale riuscirono ad avviare con successo lo sviluppo della loro società, che poi si sarebbe chiamata Eckert-Mauchly Computer Corporation. Ma fate attenzione a quello che stiamo per dirci adesso, perché ora arriviamo ad una parte parecchio interessante della sua storia.
Il PC di Watson JR era di tutt’altra pasta; grazie ad esso nacque il Ramac, un disco magnetico da agganciare al calcolatore che permetteva di leggere i dati molto più velocemente, nonché il progenitore degli hard disk attuali. Senza di lui non sappiamo in che modo avremmo potuto arrivare dove siamo adesso, ecco perché parliamo di un dispositivo molto importante nel complesso.