Dal 1 maggio sono caduti diversi obblighi relativi al Green Pass e alle mascherine, ma c’è chi ancora non si sente pronto a tornare alla normalità. Si troverà allo d’accordo con Bill Gates, sicuro nel sostenere che il peggio debba ancora venire.
Le parole che Bill Gates ha usato durante un’intervista svolta dal Financial Times non sono affatto rassicuranti. In Italia e all’estero ormai le restrizioni e gli obblighi di mascherina e Green Pass stanno via via venendo meno ma il miliardario guarda la situazione con occhio critico.
Stando al parere di Gates e non solo esiste ad oggi una probabilità superiore al 5% che si sviluppi a breve una nuova variante del virus, più infettiva e più letale. In più da sempre il miliardario sostiene che quella del Covid-19 molto probabilmente non sarà l’ultima pandemia del nostro tempo. Risalgono invece al 2015 le sue critiche alla gestione della ricerca scientifica in campo medico, emerse durante un TED Talk.
Tra i bersagli delle critiche di Bill Gates ci sarebbe anche l’OMS. La ragione è che questo organo non ha mi investito grandi finanze nella ricerca di nuovi virus. Alla luce di quanto già accaduto il parere del miliardario è che andrebbe creata una task force per non trovarsi nuovamente impreparati. Un appello rivolto non solo a questo organismo mondiale ma anche ai governi dei paesi più sviluppati. A loro volta secondo Gates dovrebbero investire maggiori fondi nel settore sanitario.
L’OMS non abbassa la guardia
Il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus per la verità non sembra più ottimista di Gates sulla possibilità che i contagi aumentino di nuovo. Si tratterebbe però di un pensiero ponderato alla luce del progressivo allentamento delle restrizioni e della libera circolazione. Forse dopo due estati di tregua si preferisce la via della prudenza prima di festeggiare.
Ghebreyesus a gennaio si dichiarava positivo sul fatto che il 2022 sarebbe stato l’anno della fine della pandemia. In un recente briefing con la stampa a Ginevra però sembrava meno rassicurante e più prudente sull’evoluzione dei prossimi mesi.
I dati mostrano un calo complessivo ma va considerato che i paesi stanno via via riducendo il tracciamento e il numero dei test antigenici effettuati. Anche i decessi si stanno riducendo, ma molte domande rimangono sulle conseguenze a lungo termine dell’infezione. Il cosiddetto Long Covid insomma.