Google si è data parecchio da fare ultimamente, e lo abbiamo visto con la rimozione di più di un milione di applicazioni infette da malware di ogni tipo. Quali sono stati gli esiti di queste analisi effettuate, e ovviamente portate a termine?
In un anno, Google, ha tolto di mezzo 1,2 milioni di app infette. Il risultato è venuto fuori a seguito delle analisi effettuate da un algoritmo che scansiona in continuazione le app pubblicate sul Play Store della compagnia in cerca di quelle pericolose, infette o che semplicemente violano una o più regole dello store di Mountain View in poche parole.
Questi esiti sono stati pubblicati sul Google Security Blog, nonché la sezione del blog ufficiale di Google dedicata alla sicurezza informatica. E sono dei veri e propri risultati impressionanti visto che sia un gran numero; parliamo di un sacco di applicazioni cancellate definitivamente dallo store. Che altri piani ha in mente la società?
Google afferma di eseguire le scansioni del Play Store in cerca di app non conformi in maniera automatizzata, e lo vediamo grazie all’impiego di algoritmi di machine learning che migliorano ogni giorno la precisione dei controlli. Mediante queste analisi, inoltre, è stato possibile anticipare e bloccare la pubblicazione di una multitudine di applicazioni infette, inoltre hanno avuto anche modo di segnalare ben 190.000 mila sviluppatori ritenuti non affidabili. Notevole, vero? E pensare che non si credeva che ce ne fossero così tanti.
Comunque, con l’intervento delle nuove politiche di restrizione per quanto riguarda la pubblicazione di nuovi software, sarà decisamente più complicato per questa tipologia di applicazioni mescolarsi assieme alle altre. Le limitazioni, come è giusto che sia, saranno attive a partire dal 20 luglio e coinvolgeranno principalmente gli sviluppatori che vorranno approcciarsi direttamente con l’utenza.
A tal proposito sarà necessario dichiarare che
tipo di dati che vengono raccolti e archiviati, come la posizione approssimativa o precisa, i contatti, le informazioni personali, foto e video, file audio e file archiviati nel dispositivo. Non mancano le autorizzazioni alla personalizzazione dell’app, che rimarranno sempre attive in modo tale da evitare brutte sorprese; così facendo sarà impossibile per le app fasulle nascondersi in mezzo a quelle reali.
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