Netflix ha dato una stretta alla condivisione degli account ma i risultati non sono buoni. Il servizio di streaming ha visto un crollo delle richieste di abbonamento. I test sui nuovi account condivisi intanto proseguono, ma non sono economici.
Gli ultimi risultati di Netflix non sono buoni e il trend negativo riscontrato potrebbe continuare. Risultano 200.000 abbonati in meno rispetto agli ultimi mesi del 2021 e il calo prosegue inseroabile. Per alcuni è solo l’effetto della sospensione dell’accesso alla piattaforma per la Russia, ma non può essere l’unico motivo.
La ragione più lampante pare essere il rincaro dei prezzi oltre che naturalmente la nuova politica di Netflix per le condivisioni degli account. Ciò nonostante la piattaforma non intende fare passi indietro e proseguire con la sperimentazione che ora è in corso in Perù, in Cile e in Costa Rica.
Per aggiungere un massimo di due Extra Member all’account il servizio richiede un aumento del costo di abbonamento di 2,71 euro. Le due persone in più essendo esterne al nucleo familiare dovranno però avere credenziali di accesso proprie. Netflix tuttavia non ha rivelato come intende capire quando si tratti di persone della stessa famiglia o meno.
Il programma pilota però non finirà prima di un anno dalla sua partenza e il prezzo finale potrebbe ancora cambiare. La speranza è che gli abbonati tornino sui loro passi una volta estesa la condivisione degli account.
Il bilancio globale
Nonostante i servizi della piattaforma siano cresciuti, ad esempio con i videogiochi, Netflix sta vivendo un momento duro. Al momento nel mondo conta 221,6 milioni abbonati e in apparenza un calo di 200.000 dovrebbe essere minimo.
Peccato che sia la prima volta in dieci anni che avviene un abbandono di massa come questo. La piattaforma si era data un obiettivo di 2,5 milioni di iscritti in più entro il primo trimestre del 2022, naufragato. A breve si prevede che il calo raggiunga i 2 milioni, 10 volte tanto gli abbonamenti già persi.
Anche sui listini finanziari Netflix inizia a cedere. Ad inizio anno le cifre si erano ribassate del 25%, ai primi di aprile sono arrivate al meno 40%. La società ha dunque dovuto fare i conti con la realtà. I 222 milioni di famiglie regolarmente iscritte probabilmente condividevano l’account con un numero di nuclei familiari pari a circa la metà. Una simile stima chiarisce tante domande.