Il progresso tecnologico permetterà alle aziende e agli utenti di incrementare le performance della RAM nei loro dispositivi
Che la RAM sia una delle componenti fondamentali per il corretto funzionamento dei nostri dispositivi è decisamente un concetto consolidato. Quando acquistiamo un prodotto compare tra le prime caratteristiche da prendere in considerazione, e ne determina le prestazioni.
Questa infatti è una tipologia di memoria in grado di eseguire l’elaborazione dei dati in maniera rapidissima, sulla quale si basano le capacità di calcolo dei processori. E’ impiegata ad esempio quando apriamo un app. Ad essa si associa poi lo spazio di archiviazione, quello dove ad esempio finiscono foto e file, e infine alla zRAM, una memoria virtuale che non rappresenta altro che una partizione della RAM stessa.
Quando parliamo quindi di espansione non dobbiamo illuderci che si tratti di una modifica alla componente hardware, in quanto non è prevista alcuna sostituzione delle parti, bensì un procedimento definito RAM Plus.
Come funziona l’espansione della RAM e l’approccio delle aziende a questo tipo di soluzione
Chi possiede un dispositivo OPPO, o un Samsung ha già sperimentato questo tipo di possibilità, identificata come il metodo SWAP. I device di queste aziende concedono la possibilità di espandere la RAM, modificando le partizioni dello spazio di archiviazione destinandolo alla memoria super rapida, con un semplice click.
Se in passato erano le aziende produttrici a sconsigliare la modifica e i rapporti tra le parti, oggi le regole del gioco sono cambiate. La svolta netta è segnata dal subentro delle nuove memorie UFS 2 e UFS 3, che hanno da tempo sostituito le meno performanti eMMC. La possibilità di effettuare questa operazione tuttavia è un appannaggio esclusivo dei dispositivi Android. Per quanto riguarda gli Apple infatti subentrano dei limiti legati ai software che ne impediscono l’implementazione.
Tuttavia test sperimentali empirici dimostrano alcune evidenze che vanno considerate. La prima è il potenziale che si cela dietro questa modalità. Questo sebbene oggi sia ancora poco sviluppato, potrebbe infine rappresentare la chiave di volta nel ciclo di vita del prodotto. La seconda invece è che ad oggi non ci sono evidenze di effettivi miglioramenti delle performance.