Il caso Pegasus aveva avuto un grosso rilievo l’estate scorsa. Apple era corsa ai ripari ma a distanza di mesi pare emergano novità. Pare che lo spyware avesse violato i dispositivi di alcuni membri della Commissione Europea, almeno quattro.
La minaccia di Pegasus era emersa mesi fa, quando lo spyware si era introdotto negli iPhone sfruttando una falla di iOS 14.7. La Apple si era subito adoperata per sviluppare la nuova patch 14.8 e proteggere così i propri clienti. Anche se repentina però la risposta dell’azienda non aveva potuto evitare del tutto i danni.
Il governo americano in particolare aveva reagito duramente, includendo l’azienda sviluppatrice nella propria lista nera. Si trattava di una società israeliana, la NSO Group, con sede a Herzilya. Il suo spyware è risultato così preoccupante da venire considerato un’arma dallo stato d’Israele.
Nonostante sia passato del tempo l’eco si fa sentire, con la presenza di alcuni emulatori. Ma soprattutto pare che ora tocchi all’Europa prendere provvedimenti a riguardo. Tra le vittime di Pegasus pare ci fosse stato anche Didier Reynders, commissario europeo della giustizia. Non solo, ma insieme a lui altri quattro membri della Commissione Europea sarebbero stati esposti a spionaggio tramite i propri iPhone.
A parte quello di Reynders i nomi non sono stati resi noti. Inoltre la vicenda non risulta del tutto chiaro dato il rifiuto del portavoce Johannes Bahrke di commentare la vicenda.
L’azienda israeliana sostiene per conto proprio che non sarebbe stato possibile questo attacco con i mezzi a sua disposizione. Nega inoltre un qualsiasi coinvolgimento attivo e invoca la possibilità di una regolamentazione internazionale che abbia ad oggetto gli spyware.
La causa già intentata da Apple all’NSO Group ha portato diversi danni all’immagine dell’azienda. Il colosso tech ha richiesto un’ingiunzione per vietare alla società israeliana l’utilizzo di qualsiasi dispositivo con il proprio marchio. Le attività di targeting che hanno avuto luogo violano le norme federali degli Stati Uniti.
Pegasus ha colpito diversi bersagli con la sua azione di spyware. Giornalisti, funzionari governativi e persino attivisti per i diritti umani. Tra questi anche Jamal Khashoggi, collaboratore per il Washington Post. Non è dunque strano pensare che l’UE arrivi a provvedimenti simili alla black list statunitense. Il 19 aprile il Parlamento europeo avvierà la commissione d’inchiesta per approfondire l’uso dello spyware fra gli stati appartenenti all’Unione.
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