Un esperto del settore della tecnologia ha voluto replicare le gesta di un ragazzo modificando uno smartphone in una maniera differente da come ce lo potremmo aspettare, infatti pare che abbia aggiunto una novità parecchio particolare e che non si vede tutti i giorni; di che si tratta?
Per chi non ha una buona memoria, dovete sapere che tempo fa lo studente di ingegneria Ken Pillonel, era riuscito a modificare un iPhone integrando una porta USB-C. Questa volta, un’altra persona ha avuto la brillante idea di provarci con un cellulare Android, volendo costatare che sua possibile riuscirci persino in un caso come il seguente.
Ciò che ha aggiunto non è sicuramente una introduzione da poco per il semplice fatto che non si veda tutti i giorni, ecco perché una porta Lightning in un dispositivo con il sistema operativo di Google è speciale. Ma quali sono i benefici che è riuscita a portare questa introduzione, e quanto potrebbero essere convenienti? Scopriamolo proprio adesso.
La modifica al dispositivo Android con la porta Lightning
Kenny Pi, o Exploring the Simulation, è l’ingegnere che ha dimostrato che fosse possibile arrivare ad un risultato come questo. Ce lo ha fatto sapere pubblicando un video nella giornata dove fa vedere il processo di modifica di un Samsung Galaxy A51 sostituendo la porta USB-C normalmente in dotazione con la controparte di Apple, che sarebbe la porta Lightning.
Ovviamente l’esito dell’esperimento è grandioso perché funziona per davvero: collegando il caricabatterie o il cavo a un PC, lo smartphone viene rilevato anche tramite la nuova aggiunta. Oltretutto, nello Short della durata di 47 secondi, egli ha specificato che installare la porta Lightning su un telefono Android è stato più semplice del suo progetto iPhone USB-C per due motivi, che però ha deciso di rivelare soltanto quando pubblicherà un video completo, dove avrà anche modo di spiegare come ce l’abbia fatta.
Comunque è chiaro che sia una modifica mirata più che altro a raggiungere uno scopo preciso, che in questa circostanza sarebbe quella di mettere alla prova le capacità di un dispositivo Android e vedere se, effettivamente, possa essere in grado di riuscirci o meno. Che ce l’abbia fatta, beh, è ovvio, altrimenti non sarebbe diventato virale il progetto. E non essendo la prima volta che ci riesce, chiaramente non possiamo che credergli ad occhi chiusi.