Una teoria vorrebbe un pianeta misterioso compreso nel sistema solare, il nono secondo la classificazione attuale. L’ipotesi resta aleggiante dal 1900 e non è mai stata smentita né confermata. La scansione del cielo continua e molti sognano ancora.
A breve entreranno in funzione dei telescopi di nuova generazione, partendo dall’osservatorio cileno Vera C. Rubin. Grazie al modello Simonyi Survey Telescope si potrà fotografare tutto il cielo notturno visibile a intervalli regolari di tempo. Il campo visivo del telescopio sarà molto più ampio e con la sua camera da 3,2 gigapixel consentirà foto molto nitide.
Grazie a strumenti del genere si spera di trovare risposta ad un enigma che dura da più di un secolo. Nel 1900 l’astronomo Percival Lowell ipotizzò la presenza di un pianeta troppo lontano per le osservazioni, più distante di Plutone. Le orbite dei pianeti Urano e Nettuno sembravano infatti influenzate da un ulteriore corpo celeste.
Nel 1930 Clyde Tombaugh scoprì Plutone, ma le sue dimensioni non parevano sufficienti per essere il pianeta misterioso. Dopo il viaggio della navicella Voyager 2 sembrò che l’ipotesi non avesse più basi. Poi però iniziò lo studio dei corpi transnettuniani, nella Fascia di Kuiper.
Un’apparente svolta arrivò nel 2003 con la scoperta del pianeta nano chiamato Sedna. La sua orbita suggeriva che interagisse con un corpo celeste più grande, ossia il possibile Pianeta Nove.
Ricerca recente
Otto anni fa, nel 2014 i due astronomi Trujillo e Sheppard ripresero l’ipotesi del Pianeta Nove studiando l’apparente interferenza che distorceva le orbite dei corpi transnettuniani. Altri si spinsero dai loro studi ad ipotizzare addirittura la presenza di due nuovi corpi celesti molto grandi.
Nel 2016 l’Università della California Batygin e Brown portarono uno studio dove le orbite di sei corpi celesti minori i risultavano inclinate nello stesso modo nella zona oltre Nettuno. Un’influenza gravitazionale simile era perfettamente compatibile con quella di appena due anni prima.
I due astonomi arrivarono a tracciare una possibile orbita del pianeta invisibile e cercarono anche di capirne le dimensioni. I risultati della loro analisi tratteggiarono un pianeta molto più grande della Terra, con una massa fino a 10 volte superiore.
Tra i tentativi più recenti di scoprire di più sul fantomatico Pianeta Nove c’è stato quello del gruppo di Sigurd Naess, in Norvegia. Utilizzando un telescopio chiamato Atacama Cosmology Telescope ha studiato la radiazione e l’emissione termica all’interno dello spazio oltre Nettuno.