Il ‘review bombing’ ha avuto un effetto devastante per Google Maps. Ogni giorno il servizio riceve una media di 20 milioni di contributi errati o fuorvianti. Nel 2021 sono state bloccate ben 100 milioni di informazioni scorrette e 7 milioni di profili falsi.
Per spingere i colossi tech a rivedere alcune delle loro linee guida o posizioni esiste un fenomeno sempre più diffuso. SI chiama review bombing e consiste nel coordinarsi all’interno di un gran numero di persone per lasciare recensioni negative in massa o sabotare con dati falsi.
La vittima più colpita pare essere il servizio Google Maps. Pare che i contributi forniti dagli utenti ogni giorno siano per la maggior parte informazioni scorrette o non aggiornate, se non volutamente distorte. Durante l’anno scorso il numero di modifiche errate è arrivato a 100 milioni.
Si può trattare di foto, orari di apertura dei locali o descrizioni delle attività presenti. Un grosso problema visto in quanti ormai si affidano al servizio anche per questioni urgenti come quelle relative alla sfera. sanitaria.
Questa campagna di review bombing però non si è fermata qui. Pare che attraverso i propri algoritmi Google abbia trovato anche più di 7 milioni di falsi profili aziendali. Molti di questi rivendicavano attività commerciali non proprie o addirittura indicavano uffici di fantasia.
La ragione per questo attacco serrato potrebbe essere la nuova politica sulla sicurezza di Google. L’azienda dal canto suo ha bloccato o rimosso anche moltissime recensioni, soprattutto quelle relative al Covid.
Review bombing, vittime recenti
A parte il caso di Google Maps, la maggior parte delle vittime di questo fenomeno sono in realtà i videogiochi. Il malcontento per gli update ad esempio si sfoga sulle recensioni. Un caso emblematico è Gran Turismo 7, il cui ultimo aggiornamento ha causato diversi problemi ai server.
Per 24 ore di fila gli utenti non hanno potuto giocare. Il risultato è stata una sfilza di pareri negativi arrivati come una pioggia battente.
Un altro caso simile ha riguardato il gioco Tunic. Le circostanze sono anche più assurde poiché nelle recensioni i giocatori attaccavano il titolo per la somiglianza con Zelda. Peccato che lo sviluppatore di Tunic avesse dichiarato fin dall’inizio il legame fra i due giochi.
Infine neppure GTA V si è salvato nella sua riedizione per PlayStation 5 e Xbox Series X. Probabilmente l’ennesima rivisitazione ha finito con l’annoiare.