The Adam Project, l’ultima creatura di Ryan Reynolds e Mark Ruffalo

La recensione, molto umile, di The Adam Project, il nuovo film sci-fi diretto da Shawn Levy con un Ryan Reynolds che fa citazioni telefilmiche e filmiche, dall’11 marzo su Netflix, che mescola sci-fi e commedia familiare, con un pizzico di tv anni 90 e un magone che, ve lo assicuriamo, non andrà via per un po’.

The Adam Project – Androiditaly.com

Adam è la parola chiave in questa piccola, e come dicevamo umile,  recensione di The Adam Project, il nuovo film sci-fi prodotto e interpretato dal mitico Ryan Reynolds dall’11 marzo su Netflix.  Se non l’avete ancora visto, fermatevi subito: non andremo a fare  spoiler di un certo livello, ma sia mai che diciamo quella parola di troppo e domani ci ritroviamo la casella di posta piena d’insulti. DA QUI IN POI A VOSTRO RISCHIO E PERICOLO.

Una mini trama

Iniziamo molto sinteticamente a raccontare la storia che inizia nel 2050, ma come ci avverte una scritta all’inizio, esiste il viaggio nel tempo e quindi nemmeno due minuti dopo ci ritroviamo subito indietro nel 2022 (che velocità). C’è Adam Reed, un Ryan Reynolds che come al solito è quasi sempre nei panni dell’irresistibile se stesso mezzo deadpool mezzo Ricatto d’Amore mezzo Adam, ma con un pizzico di sforzo emotivo nella recitazione in più rispetto al solito dove si lascia andare a sé , pilota di caccia interstellari catapultato sul pianeta Terra per sventare le catastrofi del futuro e, soprattutto, ritrovare l’amore della sua vita che non vede dal 2018. Una corsa, letteralmente, contro il tempo, che ci ha fatto venire il magone alla frase, forse più significativa di tutto il film: “abbraccia la mamma più forte che puoi. Ma non uno dei tuoi abbracci frettolosi. Un abbraccio che stritola” perchè in questo film Reynolds mette l’amore genitoriale al di sopra di ogni cosa.

Jennifer Garner e Mark Ruffalo – Androiditaly.com

Diretto da Shawn Levy, che si riunisce a Ryan Reynolds dopo Free Guy. In un salto temporale, però, qualcosa va storto per Adam, catapultandolo nel passato (o per meglio dire ai giorni nostri), nel 2022, un anno che diciamocelo, sta andando davvero male e che neanche nel film sembra andar meglio. Ora dovrà capire come tornare “a casa” mentre si interfaccia con il passato e con se stesso ragazzino, che cerca di difendere dai bulli e soprattutto dalla morte del padre, che lui non ha mai superato appieno.

Ryan Reynolds riunisce Jennifer Garner e Mark Ruffalo

The Adam Project è quello che potremmo definire scherzosamente a metà strada tra un sequel di 30 anni in un secondo – di cui ritroviamo i due attori principali, Jennifer Garner e Mark Ruffalo sapientemente fatti incontrare ancora sul grande schermo, perfettamente in sintonia come se il tempo non fosse passato e che ci fanno sospirare e pensare “ma anche io ne voglio uno così!” – e un prequel ideale di Avengers: Endgame, dove ritroviamo ancora Ruffalo e qualche battuta nel film. Il tempo è ovviamente un elemento chiave data la tematica affrontata nel film, così come l’amore più sincero, quello di un genitore verso un figlio e di un cane, Hawking. L’insieme di attori fantastici messo insieme per questa pellicola è la parte che più le permette di viaggiare sui giusti binari, con una Zoe Saldana particolarmente “tosta”  e che questa volta non ha interpretato Gamora, e una villain un po’ troppo monodimensionale ma affascinante grazie alla sottigliezza di Catherine Keener.

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