La nuova linea di Mosca include il distaccamento dalla rete mondiale, per appoggiarsi su un sistema di interconnessione dati di carattere territoriale
La divulgazione della notizia porta una firma di rilevante importanza. Sarebbero stati i medie bielorussi ad anticipare quella che potrebbe essere l’ultima mossa del governo di Putin.
Pare infatti che sarebbe fissata all’11 marzo la data entro la quale tutti i server e domini dovranno essere trasferiti nel territorio russo. Una scelta delicata che sottende a molte criticità insolute.
La pista che porterebbe la Russia a riscrivere la mappa delle connessioni dati e quanto ci si potrebbe aspettare da un tipo di scenario che sembra inverosimile
Non solo Nexta, attivo principalmente attraverso i canali Telegram e YouTube, ma anche il gruppo hacker Anonymous, si starebbero dunque facendo portavoce di una eventualità, che laddove forse confermata in via ufficiale, andrebbe a minare pesantemente la capacità delle informazioni di circolare in Russia.
E non solo. Chiudendo il traffico dati in entra ed in uscita, si andrebbe ad innescare un meccanismo di isolazionismo che precluderebbe ai cittadini del governo di Mosca di sviluppare un libero pensiero. E se così fosse, si stima che almeno 140 milioni di persone rischieranno di venire estromesse dalla connessione al resto del mondo.
RuNet d’altronde è stato creato appositamente nel 2019 per preservare l’integrità della rete russa in casi di grave pericolo a discapito del paese. E nonostante l’uso improprio che potrebbe esserne fatto non è sostanzialmente un prodotto disconosciuto.
Ora, alla luce di quanto sta accadendo, pare sempre più cristallina la sua portata. Il progetto che ha portato alla creazione di questa rete è stato notevolmente trasformato in altro. La RuNet infatti sta diventando sempre più una roccaforte nella quale rifugiarsi e barricarsi. E difendendosi, certamente. Ma andando anche a chiudere le porte al resto del pianeta. Sembra chiara solo una dinamica, ed è quella della propaganda.