Google fa shopping, ma nasconde un mistero: ha acquistato ben quattro startup nel campo dell’audio, questo vuol dire nuovi prodotti in arrivo?
Google si fa spazio nel mondo delle startup dedicate all’audio e la musica, facendo decisamente uno shopping proficuo. Nell’arco di poco tempo infatti, il colosso di Mountain View ha aquistato quattro diverse startup:stiamo parlando ovviamente di Synaptics, Dysonics, RevX Technologies e Tempow. Lo rivela in anticipo la rivista online Protocol. Assieme alle startup, Google si è portata a casa anche un piccolo tesoro di brevetti che vanno dall’audio 3D, ad hardware di vario tipo, passando poi per riduzione attiva del rumore e tecnologia Bluetooth.Insomma, tutte cose strettamente collegate tra loro, che lascia intendere i contorni dei piani di Mountain View. Secondo Protocol, la mossa anticipa il lancio di almeno un nuovo prodotto made in Google. «Altrimenti Google non avrebbe speso decine di milioni di dollari per delle aziende che lavorano nel campo degli accessori audio e hanno già un ricco portfolio di prodotti». Google, per questo progetto, potrà anche attingere dalla forza lavoro altamente specializzata impiegata nelle quattro aziende, utilizzando i loro talenti per nuovi ambiziosi progetti, che si collegheranno tra loro. I principali competitor di Google nel campo dell’hardware hanno già lanciato diversi accessori dedicati esclusivamente al campo musicale e del suono. Come ci si aspetta, Google non vuole rimanere indietro a marchi come Apple e Bose e vuole creare un piccolo armamentario tutto suo. Lecito quindi aspettarsi l’arrivo di nuovi auricolari e cuffie nell’immediato futuro, soprattutto visto lo shopping.
Contestualmente, Protocol non si è fermata qui e ha anche scoperto che Google sta lavorando a dei chip proprietari per i suoi prossimi prodotti dedicati solo all’audio. Dopo il SoC Titan per gli smartphone, l’azienda ha in mente di produrre dei chip custom anche per prodotti come gli auricolari TWS. O almeno, questo è quello che si può tirare fuori dalla ricostruzione di Protocol. Esiste poi un’altra possibile ragione dietro a questa serie di nuove acquisizioni, non troppo scontata. Google è stata recentemente citata in giudizio da Sonos con l’accusa di aver copiato alcuni suoi brevetti. Le quattro startup offrono a Google un ricco portfolio di brevetti che potrebbero zittire le voci di “copiatura” indesiderate: tecnologie che l’azienda potrà usare per sviluppare in autonomia i suoi prodotti, senza il rischio di pestare i piedi ad altre aziende. Lo scorso gennaio l’azienda era stata costretta a sospendere alcune funzionalità dei suoi smart speaker. Ma ora, il cammino continua.