L’autorevole associazione punta il dito contro le scelte aziendali azzardate, che comprometterebbe il sistema e il rapporto di fiducia nei confronti contenuti prodotti
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— Video Game History Foundation (@GameHistoryOrg) February 19, 2022
Circolano voci scomode intorno al brand nipponico più iconico di sempre. A preoccupare sarebbero le decisioni della società che ha dichiarato lo spegnimento dei server che ospitano i siti e-commerce degli shop di 3DS e Wii U nel 2023. Una scelta che tuttavia non coglie gli addetti ai lavori totalmente di sorpresa. Secondo i ben informati infatti era già previsto, da parte di Nintendo, lo switch off. E questo in tempi non sospetti, ovvero già nel 2014.
Ora giunge il consolidamento delle posizioni prese. Anche se non abbiamo una data specifica che indichi l’inesorabilità della situazione. Ma cosa comporterebbe questa azione definitiva? Semplice, a partire da quel momento non potremo più contare sul server sul quale molti gamers hanno fatto o faranno i loro acquisti. E quindi in definitiva non resterà alcuna memoria o traccia digitale se non nelle nostre console domestiche.
La Federazione punta il dito contro l’azienda chiedendo che assuma un atteggiamento più consapevole e rispettoso nei confronti dei gamers
La notizia sarebbe stata forse passata sottotraccia se non fosse intervenuta una gola profonda del sistema. A cantare infatti è una fonte che si è voluta mantenere nell’anonimato, la quale si è qualificata come un ex dipendente della sezione americana della Nintendo. In una dichiarazione rilasciata al portale VGC, ha fatto in sostanza emergere quella che è la vera criticità in essere.
Secondo il delatore il destino degli utenti è praticamente segnato. Qualora infatti la Wii U o il supporto dove conservano i loro videogames dovesse subire un guasto o una rottura, andrebbero a perdere la totalità dei contenuti da loro posseduti, senza possibilità alcuna di recuperarli.
E questa sarebbe la vera batosta denunciata dall’associazione Video Game History Foundation. In un mondo fatto sempre più di prodotti digitali, e sempre meno di supporti fisici, è del tutto impensabile che una colonna portante del sistema si approcci alla materia con questa incoscienza. L’impressione sembra quella di una volontà di recidere i rapporti con i giocatori, facendo ricadere su di loro la totale responsabilità di un prodotto che non riceverebbe più alcuna assistenza.