Il razzo della NASA sta per raggiungere, ad una velocità pazzesca, la Luna, pronto a schiantarsi sulla sua superficie. Ad illustrare le immagini di questo momento mozzafiato sono gli esperti del settore, i quali ci tengono pure aggiornati sulle sue condizioni attuali. 
L’INA, acronimo di Istituto Nazionale di Astrofisica, di recente ha condiviso una immagine in merito all’ultima fase del missile Falcon 9 di SpaceX in rotta di collisione con la Luna. Ma a rendere speciale questo momento non è la qualità della sequenza, quanto più l’importanza che avrà un evento del genere.
L’attività è iniziata al Parco astronomico di Loiano ed è stata successivamente trasmessa al Minor Planet Center con il programma Near-Earth Object Observations della NASA, il quale fornisce dei dati preziosi come delle misurazioni su piccoli pianeti, comete e satelliti naturali irregolari riguardanti pianeti maggiori. Ma cosa ha di tanto speciale questa operazione?
Velocità di impatto e possibili danni del Falcon 9
Sia Albino Carbognani che Roberto Gualandi hanno effettuato alcune rilevazioni utilizzando Cassini, cioè un telescopio dotato di uno specchio da 152 centimetri, considerato in Italia come il secondo più grande per dimensioni. Il che fa intendere che anche il nostro paese sia attivo in questo settore, seppur non lo dimostri.
Comunque sia, il detrito di Falcon 9 pare che sia in orbita translunare da ben 7 anni, ma soltanto adesso il secondo stadio del razzo ha quasi raggiunto la Luna. Tuttavia, per poterlo vedere più da vicino, è stato lanciato nello spazio il satellite meteorologico DSCOVR, ossia Deep Space Clinate Observatory.
Nella foto scattata possiamo vedere il frammento in rotta di avvicinamento a soli 190.000 chilometri dalla Terra, con un peso di 3 tonnellate e 14 metri per 3,66 metri di diametro. Esattamente come riporta l’INAF, probabilmente questa sarà l’ultima occasione per poterlo vedere in modo chiaro prima che raggiunga la Luna per il suo viaggio finale. Difatti, una volta arrivato, si schianterà ad una velocità di 2,58 km/s.
Ma che cosa provocherà questo impatto senza precedenti? Sicuramente a noi nulla, questo è ovvio, ma in base ad alcuni dati potrebbe accadere questo: “Se martedì 8 febbraio il meteo continuerà a favorirci (e grazie alla distanza minima di 40mila km) si tenterà una misura delle armoniche di tumbling [la rotazione del detrito, ndr] e della curva di luce“.