Il processo contro Epic, le app di appuntamenti, l’ordine delle autorità: ecco perché Apple è costretta a rivedere i suoi pagamenti.
88Tra le novità in casa Apple per il 2022 abbiamo già parlato di qualcosa. Alla fine dell’anno passato sono stati annunciati alcuni nuovi prodotti che verranno lanciati sul mercato; più recente è la decisione di rimuovere il periodo di prova di Apple Music.
Oggi, invece, parliamo di quello che è accaduto in nord Europa all’azienda di Cupertino. Siamo nei Paesi Bassi, dove l’Autorità per i consumatori e i mercati (ACM) ha decretato che Apple aprisse ai pagamenti tramite link esterni o terze parti per le app di appuntamenti.
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Le commissioni rimangono, anche se subiscono un ribasso del 3%, passando dal 30 al 27%. La storia segue quello che è già successo in Corea, dove Apple ha ricevuto la stessa imposizione dalle autorità di competenza. Ma come si è arrivati a queste decisioni epocali?
Le origini si ritrovano nella disputa nata a seguito del sistema di pagamento diretto di Epic che riguardava Fortnite negli acquisti in-app. Era l’agosto del 2020, e quella fu la scintilla che diede il via al processo Apple vs. Epic. Esploriamo nel dettaglio la storia di questa decisione.
Ecco perché Apple è costretta ad aprire ai pagamenti di terzi
L’obbligo riguarda però soltanto le app di appuntamenti ed è delimitato, come detto, ai confini nazionali dei Paesi Bassi. La decisione dell’ACM si impone a questo tipo di applicazioni proprio per la loro natura sociale: gli utenti infatti potrebbero ritrovarsi a comunicare tramite smartphone di marca diversa, Apple o Android.
I possessori di iPhone, dunque, erano costretti a utilizzare le app disponibili soltanto su Apple Store, rendendoli in qualche modo dipendenti dall’azienda della mela. Gli sviluppatori, con questa nuova decisione, possono ora “liberarsi” dai vincoli di Apple, ottenendo la possibilità di effettuare pagamenti tramite canali esterni.
La decisione, però, non viene presa a cuor leggero. Anzi, oltre a un abbassamento minimo per quello che riguardano le commissioni dovute ad Apple, non viene nemmeno offerto un servizio di assistenza per tutto quello che riguarda i problemi di pagamento e rimborsi che gli sviluppatori imposteranno su link esterni.
Per gli stessi produttori di app che non utilizzano un sistema di pagamento in-app di App Store si profila la difficoltà di creare due versioni dell’applicazione, una per i Paesi Bassi con i pagamenti esterni, una per il resto dei Paesi in cui quest’obbligo non si presenta. Insomma, si parla di svolta epocale, anche se Apple non è per nulla felice della novità.