Fra poco più di un mese si attende lo schianto del secondo stadio di un Falcon X. Tutti gli abitanti della Luna sono avvisati.
La presenza di detriti spaziali rappresenta una piccola spina nel fianco per i progetti che prevedono il lancio di oggetti nel cosmo. Se questo è vero già oggi, possiamo solo immaginare quanto lo possa essere per gli obiettivi del futuro. Ci sono alcune strategie per ovviare a questo problema.
Prima fra tutte è la capacità di creare oggetti con un design tale da rendere “disintegrabile” tutto ciò che fa da supporto e che non torna più utile, da una certa fase della missione in poi. Un secondo metodo, che vede sempre maggiori sviluppi in campo applicativo, è quello di distruggere i detriti già presenti in orbita con missioni mirate.
In alcuni casi, però, le cose non vanno come programmato. Le percentuali di rischio sono sempre presenti, in qualsiasi missione spaziale. Molto ci fu da ridire quando, sul finire del 2021, dalla Russia si avviò una campagna antisatellite che produsse una grandissima quantità di detriti.
La notizia più fresca in questo frangente è quella che riguarda una vecchia missione di SpaceX. Certo, la società è oramai all’avanguardia nel settore dei lanci in orbita, ma, come detto, il rischio c’è sempre e, qualche volta, non si può proprio evitare. L’anno scorso un secondo stadio di un Falcon 9, per esempio, si era schiantato nello stato di Washington, senza procurare danni a cose o persone.
Il secondo stadio del Falcon 9 impatterà la Luna
Se la Luna avesse degli abitanti, dovremmo avvisarli tempestivamente del fatto che il prossimo 4 marzo, alle ore 13:25 (ora italiana), con ogni probabilità si ritroveranno un pezzo di razzo vagante in rotta di collisione con il satellite. Anzi, a quell’ora è previsto l’impatto.
In realtà i calcoli non sono così semplici, e anche questi prevedono in ogni caso margini di errore. La zona di impatto, considerando appunto la variabilità dei calcoli, è stimata intorno all’equatore lunare. Ma come siamo finiti qui? La “colpa” è tutta di una missione di SpaceX dell’11 febbraio 2015.
Quella fu la data del lancio dell’osservatorio orbitale di DSCOVR. Andò tutto alla grande e la missione fu un successo. Il problema si verifica solo ora, a distanza di 7 anni. Il secondo stadio del razzo Falcon 9, utilizzato per il lancio, è finito in orbita, e solo adesso andrà ad impattare il nostro satellite naturale preferito.