Un annuncio importante da parte di una figura non indifferente nel campo dei videogiochi, potrebbe aver dato le idee necessarie per la realizzazione di un sequel interessante. Ma di quale titolo stiamo parlando esattamente? 
Mike Ybarra, ossia l’esponente principale di Activision Blizzard, ha voluto esprimere la sua opinione per quanto riguarda un gioco a cui tutti noi eravamo legati ma che, per ragioni diverse, non ha visto grandi successi in futuro. Stiamo parlando di StarCraft, che da quel che si evince potrebbe essere il prossimo gioco da sviluppare.
Ed è facile intuire che probabilmente sarà così dalla sua risposta ad un messaggio, in cui pare che abbia voluto accennare qualcosa di veramente interessante. Non si tratta né di frasi e tanto meno di parole, bensì di faccine mandate al momento giusto. In che senso?
L’appello d’aiuto di un fan
In base a quello che abbiamo potuto capire, è chiaro che StarCraft possa avere un seguito per via del tipo di messaggio che ha voluto dare il capo di Blizzard Entertainment. E tutto questo in merito ad una idea scaturita da un fan della suddetta saga strategica, il quale ha voluto chiedere al capo di Activision Blizzard qualcosa di diverso dal solito.
Ciò che gli ha detto è peculiare: Mike Ybarra ha risposto con una emote, che rappresenta una faccina sorridente, ad una domanda rivolta da un utente che gli chiede di salvare il gioco. Ovviamente non ci sono indicazioni su come sarà il titolo e tanto meno quanto tempo ci vorrà prima di poterlo vedere effettivamente, ma è anche vero che sapere che sia in fase di sviluppo un prodotto che molti amano, è una notizia decisamente interessante per tutti coloro a cui piace il gioco.
In conclusione, alcuni hanno voluto ipotizzare che StarCraft sarà realizzato in una maniera diversa da come la immaginiamo noi. Questo perché, Blizzard, dovrà entrare negli Xbox Game Studios dal momento che l’azienda sia stata acquistata – come ricordiamo – da Microsoft, di conseguenza tutti i prodotti che verranno realizzati d’ora in avanti avranno luogo soltanto presso le sussidiarie della nuova società proprietaria. Tuttavia, su quest’ultima parte, non c’è molto da stupirsi effettivamente.