Il viaggio del telescopio spaziale Webb sta per raggiungere il suo primo step, il secondo punto di Lagrange L2.
Erano le 13:20 (ora italiana) del 25 dicembre scorso quando da uno spazioporto della Guyana francese è stata avviata la missione VA256. Questa prevedeva il lancio in orbita del telescopio Webb tramite il razzio Ariane 5, al suo ultimo volo prima di essere sostituito dalla versione Ariane 6.
Il percorso per arrivare alla messa in funzione di questo telescopio è stato più tortuoso che mai. Il progetto ha subito grandi ritardi, specialmente a causa della pandemia, riuscendo a trovare la sua realizzazione soltanto nel 2021. Lo scopo di Webb è quello di riuscire ad ampliare il numero di pianeti e galassie osservabili.
Più approfonditamente, tramite il redshift e l’effetto Doppler, riuscirà a studiare le galassie “indietro nel tempo”, tanto indietro da risalire ai tempi immediatamente successivi al Big Bang. Le informazioni che sta cercando, dunque, sono di assoluto interesse non soltanto per gli addetti ai lavori.
Grazie alla sua sensibilità agli infrarossi, il telescopio può “guardare oltre” il pulviscolo che spesso e volentieri circonda stelle nascenti e pianeti. Questo, aggiunto alla possibilità di effettuare spettroscopie, potrà permettere lo studio di esopianeti, cercando qualche posto simile alla Terra su cui potrebbe essersi sviluppata la vita.
Primo step: punto L2
Il JWST (James Webb Space Telescope) non è ancora in grado di restituirci informazioni sensibili. Al lancio, avvenuto a dicembre come detto prima, si prospettava un’attesa di circa 6 mesi prima che il telescopio entrasse in attività, che potrebbe operare tra i 5 e i 10 anni. Prima, dunque, ci saranno alcune fasi da superare.
La prossima, che avverrà oggi 24 gennaio 2022, è l’arrivo al secondo punto di Lagrange, chiamato anche L2. I punti lagrangiani (o di oscillazione) sono i punti che, sotto l’influenza gravitazionale di due corpi più grandi, permettono a un terzo corpo più piccolo di mantenere una posizione stabile.
Intanto è già stato posizionato lo specchio primario, formato da 18 esagoni di berillio ricoperti da uno strato di vetro e oro che permettono di schermare buona parte della radiazione a infrarossi. Per allinearlo ci sarà da attendere ancora 5 mesi.
Dalla sua posizione il JWST potrà osservare metà della volta celeste in ogni momento, mentre le comunicazioni con la Terra potranno essere disponibili tutti i giorni per 4 ore al giorno. Attendiamo altre novità, magari tenendoci aggiornati direttamente dal sito della nasa nella sezione “Where is Webb?“.