Bitcoin affonda: tonfo da 130 miliardi di Dollari, segnerà la fine di questa crypto?

A New York Bitcoin affonda di colpo il 24 gennaio. In 24 ore la criptovaluta per eccellenza ha bruciato 130 miliardi di dollari. Il calo proporzionale è pari al 6,6% e dopo sei giorni il trend non accenna a cambiare.

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Una picchiata netta in questi ultimi giorni, quando si arresterà? – Androiditaly.com

Dai primi giorni di quest’anno gira male per le criptovalute in generale, ma in particolare per Bitcoin. Ci sono dei fattori che hanno avuto una profonda influenza a riguardo legati all’economia internazionale. Inutile ignorare il ban pesante inflitto al mining e alle transazioni che è avvenuto in diversi paesi.

Cina, Kosovo, Russia e Kazakistan sono sulla buona strada per eliminarle. La Cina ha definitivamente vietato estrarre e scambiare Bitcoin anche se si sta avvicinando agli NFT. A queste scelte politico-economiche si aggiungono le dichiarazioni della Federal Reserve Board negli Stati Uniti. Punta infatti ad aumentare i tassi di interesse come non mai.

Il dramma si è toccato il 24 gennaio con quella che alcuni vedono come l’inizio della fine. In sole 24 ore Bitcoin ed Ethereum sono costati ben 130 miliardi di dollari alla borsa di New York. Bitcoin ha visto un calo ulteriore del 6,6% mentre Ethereum ben il 7,6%. Ethereum è ai minimi storici, 2.201 dollari.

Viene da sollevare molti dubbi visto questo trend discendente che perdura da giorni. I sostenitori premono sulla volatilità propria delle criptovalute e puntano ad una crisi temporanea. Chi è sempre stato avverso sostiene che sia il crollo definitivo. Ma in fondo non è la prima volta che i Bitcoin incontrano una picchiata.

Serve più regolamentazione?

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Con una maggiore regolamentazione i crolli sarebbero più attenuati? – Androiditaly.com

Stando alle parole dei maggiori esperti di Bitcoin tra cui Michael Saylor occorre ricordare che l’acquisto delle criptovalute va fatto nell’ottica della pazienza. La crisi attuale è determinata dai fattori della macroeconomia. A dispetto del crollo infatti gli investimenti non sono affatto cessati, anche se occorre fare attenzione

Chi persiste negli investimenti sono soprattutto volti noti, e il ribasso potrebbe favorire l’ingresso anche di investitori istituzionali. Grazie alla loro entrata in campo si potrebbe giungere a una maggiore regolamentazione dei Bitcoin. Questo contrasterebbe la loro volatilità continua e i crolli come quello di questo gennaio 2022.

Si tratta ormai dell’ottava picchiata delle criptovalute dal loro lancio nel 2019. Anche a luglio 2021 si è verificato un crollo importante. Ma assieme a Bitcoin ed Ethereum sono state affossate anche Shiba Inu (crollo complessivo del 75%) e la nascente Solana (in ribasso del 64%).

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