Sono state apportate alcune modifiche per quanto riguarda la protezione della privacy nei siti che visitiamo ogni giorno. Quali sono le novità in merito?
Sono già in vigore le nuove linee guida dei cookie sui siti web, le quali sono state presentate direttamente dal Garante Privacy la scorsa estate. Quello che viene chiesto, in sostanza, è di limitare il più possibile la presenza dei banner all’interno dei vari portali di internet.
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Infatti, basta un solo clic sulla X per toglierli in modo definitivo, senza insistere ulteriormente ed evitando di creare dei disagi. Così facendo, gli utenti, non saranno costretti ad accettare, per forza, i cookie dei siti che visitano. Ma quali sono le dichiarazioni in merito a questa nuova iniziativa?
Le affermazioni dei vari avvocati
Rocco Panetta, un avvocato esperto in questo settore, ci fa sapere che i siti dovranno accettare il cambiamento: “Necessario adeguarsi in fretta. Si rischiano davvero sanzioni per i cookie, come accaduto in Francia dove a fine anno l’autorità privacy ha sanzionato Facebook e Google per 60 e 150 milioni di euro. Nella nostra esperienza alcune aziende italiane si sono adeguate in toto, altre per nulla e molte altre solo in parte. L’adeguamento parziale è frutto spesso dell’uso di soluzioni pronte“.
Continua il discorso Antonino Polimeni, ovvero un altro avvocato, il quale spiega in che modo trattare la situazione: “Il modo più veloce ed economico per adeguarsi è acquistare un tool. Ce ne sono molti in giro, tutti di qualità, ma occhio a non cadere nell’equivoco più comune: i tool vanno configurati, non fanno magie. Ci sono alcune aziende che vendono i loro tool come se fossero consulenze legali, oppure vendono upgrade che aggiungono funzioni eccessive che superano il necessario, giocando un po’ col marketing e con la percezione delle aziende che acquistano. Non è così. I plugin, i saas, sono strumenti utilissimi e indispensabili per l’adeguamento, ma vanno sempre sottoposti al legale di fiducia o al DPO per la configurazione e per la suddivisione dei cookie in categorie. Che poi rivolgersi agli avvocati vuol dire anche far assumere loro la responsabilità per eventuali non conformità“.
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Si esprime sulla questione pure Vittorio Colomba con queste dichiarazioni: “L’eventuale inadeguatezza delle informative finirebbe, inevitabilmente, per inficiare la validità dei successivi consensi, e i profili di illegittimità presenti durante la fase di raccolta dei dati trascinerebbero i propri effetti su tutte le successive operazioni“. Conclude, poi, Elio Franco: “Le aziende dovranno fare una approfondita analisi dei loro processi legati ai propri siti web e alle app, aggiornare le informative e gli strumenti di raccolta dei consensi, di modo che questi siano sempre dimostrabili e incontestabili“.