Una multa salata è pervenuta alle società colpevoli, secondo il giudice del tribunale di Mosca, di non aver applicato azioni correttive
Per comprendere le ragioni che hanno portato le autorità russe ad infliggere un pesantissima sanzione a queste grandi aziende, è necessario fare qualche passo indietro e tornare a settembre. All’epoca dei fatti gli enti federali preposti al controllo dei contenuti presenti in rete avevano se segnalato la presenza di materiale inadatto chiedendo a Google e a Meta, quando ancora si chiamava Facebook. E di procedere alla loro rimozione.
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A seguire questa controversa questione è stata proprio la Roskomnadzor. Questo infatti è l’ufficio federale che si occupa delle comunicazioni. L’ente assolve agli incarichi di supervisione in materia di contenuti digitale, quasi una sorta di AGCOM italiano.
Google e Meta condannate ad un’ammenda amministrativa non da poco conto
Attraverso il suo account di Telegram il tribunale di Mosca ha reso noto che per le aziende l’ultimatum è scaduto. E ora dovranno rispondere con il versamento di un’ammenda pecuniaria. Per Google si parla di 98 milioni di dollari, ovvero 86 milioni di euro. Non se la caverà meglio Meta, al cui CEO Mark Zuckerberg è stata recapitata una lettera scarlatta dell’ammontare di 1,9 miliardi di rubli, pari a 27,2 milioni di dollari.
Intanto la società di Menlo Park, che il 25 ottobre aveva dichiarato alla stampa di aver saldato i suoi debiti con il governo russo, contratti per la stessa ragione e quantificati a 450.000€, ha reso nota la sua volontà di approfondire ulteriormente la vicenda per comprendere quali saranno i passi successivi e le future decisioni da prendere.
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Che il tema del controllo sui contenuti sia uno dei più importanti in rete è fuori di dubbio. E questo si sente in maniera più forte un paese come la Russia poi, che non è particolarmente nota per la sua posizione morbida in ambito digitale. Dunque il messaggio che deve passare alle aziende è quello di vigilare e mantenere un ulteriore livello di attenzione.