I sistemi di videosorveglianza in Italia per due anni non avranno il riconoscimento facciale. Si tratta della disposizione legata dall’ultimo emendamento al Decreto Capienze. Nel frattempo si attende il parere europeo.
Non importa se in luoghi pubblici o meno, la moratoria parla chiaro. Stop alla videosorveglianza con riconoscimento facciale in Italia. Bisognerà aspettare che entri in vigore un testo legislativo che la disciplini. Sperando che la legge arrivi non oltre il 31 dicembre 2023. Per prenderne visione basta un salto qui.
A presentare l’emendamento è stato il PD, agganciandosi al Decreto Capienze. Questo DL è entrato in vigore l’11 novembre 2021, detta le disposizioni in materia di accesso alle attività pubbliche e ricreative. Fondamentalmente la moratoria è indirizzata ai privati. Che si tratti di negozi o mezzi o abitazioni non potranno comunque installare il sistema di riconoscimento del viso.
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Esiste un’eccezione all’emendamento per l’autorità pubblica e riguarda le iniziative comunali. Previo parere positivo di un garante della privacy sarà possibile per i comuni installare un simile dispositivo. Tuttavia finora nessun garante ha approvato richieste di questo genere.
L’emendamento risporta all’articolo 12 le disposizioni per quanto riguarda eventuali necessità per indagini dell’autorità giudiziaria. Nell’esercizio delle sue funzioni giurisdizionali non ha bisogno dell’approvazione del garante. Però come ribadisce Sensi, deputato del PD, l’Italia è il primo paese a introdurre questa moratoria in relazione ai diritti delle persone. Con l’introduzione della figura del garante la libertà personale è più tutelata, sostiene.
L’entrata in vigore della moratoria serve a coprire il tempo necessario per l’arrivo di una normativa a livello europeo. Al momento pare che l’UE voglia creare un consiglio apposito per la valutazione delle IA in questione. Tale organismo sarà composto dai comitati nazionali.
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La reazione all’emendamento tuttavia non è stata esattamente positiva. Molti dubbi legati all’esenzione dei Pubblici Ministeri dalla moratoria sono emersi da parte delle associazioni per i diritti digitali.
Una di queste è stata portata alla luce dal centro Hermes per bocca della giornalista Laura Carrer. La Carrer ha ribadito che questa esenzione è molto grave considerando che il riconoscimento facciale non viene ben inquadrato dal codice di procedura penale.
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