Quando sentiamo parlare di scatola nera in primis pensiamo agli aeroplani. Eppure ora ne avrà una anche il nostro pianeta. La struttura che funge a questo scopo è stata eretta in Tasmania e registrerà la fine del mondo.
Un gigantesco prisma in acciaio, dotato di alimentazione ad energia solare e dischi rigidi. Si tratta della scatola nera terrestre ideata dall’omonimo progetto (Earth’s Black Box). Si trova in Tasmania e il suo obiettivo è documentare la fine del mondo. Apparentemente inerte, è già attivo.
Per meglio dire, preservare i dati legati ai cambiamenti climatici del pianeta in vista di possibili catastrofi. Potenzialmente indistruttibile, non c’è pericolo che i preziosi record vadano perduti. In questo modo i sopravvissuti avranno modo di tenere conto della dinamica che ha portato a un’ipotetica estinzione di massa o peggio.
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L’inaugurazione vera e propria del progetto della scatola nera per la Terra avverrà l’anno prossimo. Ha visto la luce grazie all’Università della Tasmania in collaborazione con l’agenzia pubblicitaria Clemenger BBDO. Il direttore di quest’ultima, Jim Curtis, crede che grazie a questa ricerca le persone verranno stimolate all’azione contro la crisi climatica.
Invogliare l’opinione pubblica a contrastare l’ipotetico scenario apocalittico è l’obiettivo che molti paesi si stanno ponendo. Il monolite, semplice d’aspetto quanto sofisticato internamente, farà da giudice imparziale delle azioni umane.
Apocalisse ipotetica, ma non troppo
La scatola nera terrestre non è la prima struttura con funzione “intimidatoria” oltre che di ricerca. Esiste già da tempo la Svalbard Global Seed Vault, ossia la banca globale dei semi. Si tratta di una vera cassaforte per quelle che sono le colture più importanti per il sostentamento umano. Può contenere fino a 4 500.000 semi ed è stata costruita all’interno di un enorme blocco di roccia arenaria.
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Earth’s Black Box punta a preservare i dati sulle interazioni fra uomo e pianeta. La Seed Vault al contrario è già una corsa ai ripari per non perdere la variabilità genetica botanica delle piante principali. In vista di eventi catastrofici, la banca potrà fornire fonti di sostentamento da cui ripartire.
Nonostante i media lo abbiano ribadito, la banca dei semi è stata ribattezzata “Cassaforte del giorno del giudizio”. L’espressione perentoria ribadisce il bisogno di prendere consapevolezza e agire per il clima.