La monetizzazione che viene percepita attraverso la pubblicità mirata è fonte di ricavi per i colossi del web, che si alzano in borsa ogni giorno. Leader nel mercato globale delle inserzioni pubblicitarie, il duopolio anche in Italia raccoglie l’80% degli investimenti
Come funziona la motivazione dei post e adv sui Big? Si sceglie quanto investire, si fa una stima e poi attraverso degli strumenti dedicati si possono costruire delle offerte tradotte in inserti e post sponsorizzati che si adattano agli utenti, nel caso di Facebook, delle inserzioni mirate per investimenti nella galassia degli strumenti Google, che conta adv numerose per ogni singola pagina visitata. Facebook permette di raggiungere ben 1,6 miliardi di persone, Google soltanto con Youtube che è quindi una branca singola, registra 15 miliardi di visualizzazioni al giorno. Sono cifre da capogiro che neanche riusciamo ad immaginare, fin troppo grandi per un piccolo o medio imprenditore. Ecco perchè sono stimate dai Big della tecnologia.
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Così si basa l’offerta su: età, sesso, residenza, e con pochi passaggi la pubblicità digitale entra nel circuito. Vi è mai capitato di ricercare una cosa su Google e poi ritrovarvi la pubblicità sui social media? Ecco funziona proprio così. Ma le storie non sono sempre a lieto fine e queste funzionalità non sempre fanno goal. Lo racconta Anna Tosi a capo di un’agenzia di ragazze alla pari a Torino che prima della pandemia che ha messo un freno a tutto, aveva deciso di reclutare personale tramite Facebook, in modo da averne anche la certezza di chi stanno reclutando e se sono persone vere. Ad una intervista al Corriere della Sera, l’imprenditrice racconta che ancora oggi, di notte, è svegliata da voci disperate di persone che vivono in Paesi di lingua inglese in cerca di un lavoro.
Disinvestire in una di queste applicazioni è altrettanto semplice ma resta il dubbio “per i 2.700 miliardi di dollari che si aggirano sui mercati finanziari internazionali“. “Una somma pari al valore di borsa aggregato di Alphabet-Google e di Meta-Facebook, i due gruppi che da soli catturano più di metà dei budget globali delle inserzioni su Internet”, scrivono gli autori dell’articolo del Corriere da cui abbiamo preso le fonti, snocciolando dati: “Alla fine del 2020, 56% dei costi di produzione per Google e 80% per Facebook, i quali a loro volta giustificano l’astronomico valore azionario delle aziende. Dalle inserzioni digitali derivano quattro quinti dei ricavi di Google e praticamente tutti quelli di Facebook, per un totale aggregato di 230 miliardi di dollari nel 2020”.
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La forte presenza di Google e Facebook sui vari dispositivi, garantisce di stabilire persino il prezzo di goni post o ADV cliccata dagli utenti . E così la profilazione di miliardi di persone è il vero punto di forza di Google e Facebook, che tramite clicchi, like, condivisioni di post e altro, guadagnano tantissimo. Alessandro Acquisti, un economista italiano della Carnegie Mellon University di Pittsburgh ha messo sul piatto il “rischio di crearsi un gioco a somma zero: tutti comprano spazi su Google e Facebook per non perdere terreno rispetto ai concorrenti, ma le grandi piattaforme sono le sole a trarre vantaggio dall’ipotesi che la pubblicità distribuita attraverso di loro sia migliore”.
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