A causa della mancanza di chip nel mercato, le grandi aziende stanno tentando in tutti i modi di averne di più. Cosa si saranno inventati questa volta per poter aumentare la produzione di questi componenti indispensabili per i dispositivi?
a Napoli, la SDI Fabsurplus, una azienda che si occupa di prodotti ricondizionati, ha avuto la brillante idea di produrre nuovi chip attraverso i loro macchinari, e sembra che saranno destinati a società molto conosciute come Samsung e Intel ad esempio.
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E non serve un genio per capire come mai lo faccia: la compagnia sa molto bene che siano richiesti tanti chip ora come ora, ed utilizzare dei devices ricondizionati per costruire nuovi processori, forse anche più prestanti, non può che essere una idea geniale.
Il progetto di SDI Fabsurplus
In passato anche alcune aziende si occupavano di eseguire questo processo per poter ottenere più chip, ma presto lo hanno abbandonato poiché pensavano che non fosse necessario. Tuttavia, società come la SDI Fabsurplus hanno voluto cogliere l’occasione ed iniziare un loro percorso tutto nuovo.
Stephen Howe, il direttore della compagnia, ci spiega che: “Società come la mia sono broker di macchinari per realizzare microchip: compriamo un dato macchinario da questi grandi produttori e poi li rivendiamo ad altri produttori, che comprano macchinari da noi“.
Sono riusciti a sopravvivere fino ad adesso grazie al processo continuo di ricondizionamento, e che hanno applicato pure sui loro stessi macchinari. Invece di rinnovarli, tendono a comprarli sul mercato dell’usato per poterli sistemare ed espandere la loro produttività.
Ma non sempre va tutto liscio. Howe, infatti, dichiara: “Può capitare che un’azienda, quando fa un investimento per i suoi macchinari, compri le cose sbagliate. In quel caso non ha bisogno di quel macchinario, che a quel punto rivende e diventa disponibile nel mercato dell’usato“.
Comprare macchine di seconda mano può essere utile sia per i clienti che non sono troppo interessati agli strumenti moderni, che all’azienda per poter risparmiare ulteriormente. E secondo le stime del direttore, dal 10 al 30% dei chip attualmente esistenti vengono prodotti da macchinari riutilizzati.
Ovviamente, questi hanno bisogno di essere revisionati di volta in volta in modo tale da capire se possano essere adoperati ancora o meno. Howe, in merito, spiega che: “È costoso tenerli in magazzino e ricondizionarli. Oggiorno le vendite vengono effettuate soprattutto tramite delle aste; quindi i margini si riducono. In un mondo ideale avrei un margine di circa il 10%, ma succede poche volte“.
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Conclude con delle considerazioni sulla sua azienda, in cui ci vengono dette le seguenti parole: “Società come la mia dovranno diventare più avanzate. Stiamo parlando di macchinari tecnologicamente avanzati, quindi sarà necessario assecondare l’industria“.