È possibile scattare una foto perfetta alle stelle? Grazie a questa fotocamera, probabilmente, potremo riuscirci senza problemi.
Parliamo della macchina fotografica più grande del mondo, la quale pare che sia in grado di effettuare degli scatti con una risoluzione mai vista prima, cioè di 3,2 gigapixel. Presto sarà destinata ad un osservatorio cileno per fotografare alcune regioni dello spazio dalla Terra, oppure per avere delle previsioni sui cambiamenti nel cielo.
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Questo strumento pazzesco sarà inviato direttamente in Cile, e verrà installato presso l’Osservatorio Vera C. Potremo dire che sarà facile metterlo in funzione, ma non è proprio così: prima di tutto dovranno raggiungere una temperatura di -100° C.
Specifiche della fotocamera
Prende il nome di LSST, acronimo di The Legacy Survey of Space and Time, e al momento risiede nello SLAC, cioè National Accelerator Laboratory di Menlo Park, in California. Ha terminato con successo tutti i suoi test, ed il prossimo obiettivo sarà quello di spedirla in Cile affinché venga montata dietro un telescopio a tre specchi e con il primario di 8,4 metri di diametro.
La macchina ha una larghezza di 1,65 metri e una lunghezza di 3 metri, con un peso di quasi 3 tonnellate. È progettata per fornire un campo visivo di 3,5 gradi, ed è composta, nella parte interiore, da tre lenti e sei filtri ottici diversi per gli scatti.
In quella posteriore, invece, troviamo il piano focale. È un insieme di 189 sensori CCD da 16,9 MP ciascuno, e che, se raggruppati tutti insieme, possono fornire una risoluzione complessiva di 3,2 gigapixel, formando un mosaico di immagini combinate tra loro.
Ma in che modo riescono a funzionare tutti insieme? Semplicemente devono essere raffreddati a vuoto fino all’incredibile temperatura di -100 °C, la quale può essere raggiunta soltanto in un intervallo di tempo compreso tra le 12 e le 18 ore.
L’obiettivo attuale è quello di condurre dei test elettro-ottici per ottimizzare le prestazioni del piano focale, e poi di proseguire con le sperimentazioni definitiva. Verranno accumulati sei settimane di dati, dunque molte immagini per poter verificare la diffusione, il rumore in lettura, i pixel, il cross-talk e la non linearità.
In dieci anni di funzionamento, dovrebbe riuscire ad accumulare ben 20 terabyte di informazioni per notte. Al termine del suo processo, otterrà la gigantesca dimensione di 60 pentabyte e che andranno a creare un catalogo mai visto prima.
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Le operazioni notturne che eseguirà verranno basate sulla sottrazione dell’immagine, cioè una procedura che evidenzia le differenza tra due esposizioni dello stesso campo. Infine, per la prima Data Release sarà richiesta una potenza di calcolo di 250 TFLOPS, raggiungendo, in seguito, 950 TFLOPS per la Data Release 12 al termine del programma decennale.