Dopo la condanna emanata verso WindTre, adesso anche TIM sarà costretta a rimborsare i clienti per la fatturazione di 28 giorni e a cambiare i piani tariffari che aveva in mente.
Pochi mesi fa il Tribunale di Milano, dopo aver analizzato le pratiche del gestore telefonico di Wind Tre, ha deciso che l’azienda dovrà risarcire i propri clienti. Questo perché i contratti di telefonia fissa prevedevano un rinnovo sui pagamenti secondo una base temporale di 28 giorni e non di 30.
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Così facendo hanno “preso in giro” i consumatori, facendo credere loro di pagare un mese intero quando, in realtà, non è mai successo. Adesso la sentenza è spostata verso un altro gestore telefonico famoso e che ha adottato la stessa metodologie, cioè TIM.
Le dichiarazioni del Movimento Consumatori
Di conseguenza anche Telecom Italia avrà l’obbligo di informare i clienti del diritto al rimborso, pubblicando un avviso sul proprio sito ed inserendo un’informativa dettagliata in fattura da inviare pure a coloro che non usano più TIM. Inoltre, dovranno anche accogliere eventuali ricezioni di richieste e restituzione dei corrispettivi di telefonia fissa versati dai consumatori in merito alle clausole precedenti.
Paolo Fiorio e Corrado Pinna, i legali del Movimento Consumatori, si sono espressi sulla faccenda, dicendo che: “Questa sentenza riconosce ancora una volta l’illegittimità e la scorrettezza della fatturazione basata sul mese lunare anziché su quello solare, con due novità: i giudici, accogliendo la tesi di MC, hanno stabilito che l’adozione e l’uso di tale periodicità ha leso e lede i diritti e gli interessi collettivi dei consumatori, non solo con riferimento ai contratti sottoscritti tra il giugno 2017 e l’aprile 2018 (quando l’Agcom con la delibera n. 121/17/CONS ha vietato l’adozione della cadenza quadrisettimanale), ma addirittura in relazione agli abbonamenti stipulati con la compagnia dal 1° aprile 2017 (ossia dal momento in cui TIM ha abbandonato la cadenza mensile solare, per quella a 28 giorni); la seconda novità della sentenza è che l’obbligo di restituzione delle somme indebitamente percepite dalla compagnia dovrà riguardare anche i consumatori che, pur avendo attivato un contratto di telefonia fissa all’interno del periodo 1° aprile 2017 – 5 aprile 2018, hanno poi deciso di recedere dall’abbonamento“.
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Alessandro Mostaccio, il Segretario Generale del Movimento Consumatori, ha continuato con: “Abbiamo avuto l’ennesima conferma che la strada intrapresa, in sinergia con l’AGCOM per opporsi a una pratica commerciale scorretta, ingannevole e idonea a falsare il comportamento economico dei consumatori, è quella giusta. Seguiremo con attenzione l’operato di TIM in modo che adempia a tutti gli obblighi informativi prescritti e attivi una procedura per accogliere le richieste di rimborso da parte dei consumatori“.