TIM, a seguito di una accusa, adesso dovrà risarcire tutti coloro che avevano pagato in anticipo la bolletta mensile di qualche anno fa.
Il Tribunale di Milano, al termine delle indagini, ha confermato che la compagnia telefonica TIM dovrà rimborsare i clienti che, tra il 2017 e il 2018, avevano pagato la bolletta ogni 28 giorni anziché aspettare fino al 30, nonché la data corretta per la tariffa mensile.
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Questa decisione, nonostante sia un diritto per i clienti del gestore telefonico allo scopo di ottenere i soldi persi in precedenza, prevede che siano gli stessi consumatori a fare la richiesta di risarcimento per avere indietro il denaro speso.
La sentenza emanata
La battaglia legale con TIM aveva avuto inizio dal Movimento Consumatori, cioè una associazione che tutela i diritti dei clienti. Nel 2018, proseguendo, il Tribunale di Milano aveva ordinato alla compagnia telefonica di informare i consumatori interessati al rimborso e di accogliere le varie richieste di risarcimento entro 30 giorni.
La stessa cosa è successa pure con Wind Tre. Questo perché la fatturazione a 28 giorni permetteva ai gestori telefonici di rinnovare le offerte ogni quattro settimane, rendendo più brevi i periodi e aumentando le spese per gli abbonati ai servizi.
Così facendo le società potevano riscuotere 13 mensilità all’anno invece di 12, il che è sbagliato visto che si trattava di una offerta “mensile“. Ciò ha portato ad un ricavo dell’8,6% più alto del dovuto, e quindi ha permesso a queste aziende di ottenere un guadagno maggiormente elevato e proficuo all’insaputa dei propri clienti.
Inizialmente, nel 2017, si era chiesto ai gestori telefonici, che in poco tempo avevano adottato questa pratica, di utilizzare la fatturazione originale senza proseguire con il metodo appena esposto. Tuttavia, nel dicembre dello stesso anno, il Parlamento ha approvato una legge che ha obbligato i gestori telefonici ad usare la vecchia prassi, evitando che potessero proseguire con le loro strategie di marketing.
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Ora la situazione è definitivamente sistemata, visto che dovranno – che lo vogliano o meno – tornare alle precedenti abitudini e informare i clienti del tipo di pagamento che devono effettuare mensilmente. Speriamo che non si ripetano altri spiacevoli episodi del genere in futuro.