Secondo un senatore Honor avrebbe attuato una strategia precisa e ben pensata per evitare appositamente un embargo. E ad aprire questa discussione sono state alcune ipotesi scaturite da degli eventi accaduti nel tempo.
Honor, per chi non lo sapesse, è sempre stato un brand di Huawei della divisione consumer, quindi non era in alcun modo collegato alle reti e si limitava a distribuire soltanto dei dispositivi elettronici come smartphone ad esempio.
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Motivo per cui Huawei non ha avuto problemi a vendere Honor ai migliori offerenti in Cina, come grosse catene o operatori che si sono uniti in un consorzio per l’acquisizione del marchio. E sotto una nuova guida commerciale è potuto entrare in possesso dei processori Qualcomm ed avere diritto alla licenza Google. Non a caso, tra non molto, verrà annunciato il nuovo Honor 50 con Google e Snapdragon proprio in Italia.
L’accusa contro Honor
Ma ad allarmare tutti della pericolosità che si cela dietro Honor è uno dei più accaniti sostenitori della campagna contro Huawei, cioè Marco Rubio, il quale ha scritto una lettera firmata da altri membri del partito per chiedere a Joe Biden di inserire l’azienda nella blacklist che vieta a Huawei e ad altre società cinesi di avere accesso alla tecnologia americana. Secondo Rubio questa è soltanto una mossa per evitare l’embargo ed evitare le normative americane, in cui la vendita sarebbe soltanto fittizia e avrebbe lo scopo di ottenere nel modo più rapido possibile alcune tecnologie.
Questo – fa presente nella sua lettera – potrebbe portare ad avere dei gravi danni per il Dipartimento del Commercio. Infatti, se fosse sufficiente cambiare il motivo di abbandono da parte di una società, vendendola successivamente ad altre evitando persino una restrizione, a quel punto sarebbe molto facile pensare che sia davvero semplice aggirare le regole statunitensi.
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Al momento non ci sono risposte da parte di Honor, tuttavia sappiamo che l’accanimento che gli americani stanno dimostrando di avere non è poco. Infatti, se questa vicenda continuerà l’azienda dovrà riguardare i suoi piani visto che, a quel punto, la blacklist su cui finirà non gli consentirà di proseguire in Italia. E specialmente adesso che si trova da sola – dato che Huawei non vuole avere più rapporti con questa società – potrebbe essere davvero un problema per Honor.