Restor, un progetto di Google per rendere immagini satellitari del territorio visibilità tutti, per la cura della Terra
Google conferma, con l’ennesimo progetto, l’impegno in favore dell’ambiente e mette il pezzo da novanta sul piatto. Stiamo parlando di Lancia Restor, un progetto dal 14 ottobre disponibile in tutto il mondo, che permette a chiunque di visionare e analizzare attraverso propri programmi, il potenziale di riassetto di qualsiasi territorio mostrando sulle mappe i dati sulle specie di piante locali e le loro caratteristiche, prima riservate solamente a chi ne aveva l’accesso preferenziale, il livello di carbonio nel suolo attuale e potenziale di un luogo e altre variabili simili, come ad esempio la copertura del suolo e le precipitazioni annuali che tendono a modificarne il Ph e le dimensioni. Quindi, tramite Restor saremo in grado di visionare i dati scientifici indispensabili e immagini satellitari ad alta risoluzione scattate dai satelliti.
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A cosa servono le immagini satellitari alla portata di chiunque
Con queste informazioni aperti a tutti, intendiamo singoli cittadini o istituzioni, si può intraprendere un percorso di riassetto del terreno e determinare quali piante coltivare, quali estirpare e come curare l’area interessata. La piattaforma tecnologica, eco tech come ci piace chiamarla, mette in contatto tra loro i professionisti e i cittadini comuni, facilita lo scambio di informazioni e di teorie, e rende i progetti visibili a potenziali finanziatori e al pubblico. In questo odo, progetti a lungo nascosti e fattibili potranno vedere la luce. “Di fronte al rapido surriscaldamento del nostro pianeta, proteggere e ripristinare gli ecosistemi mondiali è fondamentale per salvaguardare la biodiversità da cui tutti dipendiamo e per aiutarci ad adattarci a un clima che cambia. Inoltre, ripristinare il potenziale ecologico degli ecosistemi stessi ha il potenziale di ridurre circa il 30% delle emissioni globali di carbonio accumulate ed è già una componente chiave per limitare gli effetti più devastanti del cambiamento climatico” spiega Google sul suo blog
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Il progetto è alimentato e pubblicato ovviamente da Google Earth Engine e Google Cloud, ed è finanziato da Google.org con 1 milione di dollari. Due spicci. E’ stato creato dal laboratorio Crowther dell’Università ETH di Zurigo che nel 2019 ha iniziato a lavorare su questo progetto, un progetto ai tempi segretissimo e descritto come un modo “per mettere in contatto i professionisti tra loro e con gli scienziati per creare una rete di portata mondiale e rendere il movimento visibile al pubblico”. Hanno collaborato anche designer, animatori e tecnologi creativi del Google Creative Lab che hanno aiutato a progettare e sviluppare la piattaforma. Insomma, la firma di Google è ovunque.