Si chiama Diritto alla riparazione ed è la scelta strategica che un pool di azionisti di Microsoft ha deciso di attuare
Il colpo di mano è avvenuto grazie ad una rappresentanza di As You Sow, una realtà no profit il cui perno è la promozione di uno sviluppo sostenibile da parte delle aziende promuovendo il tema ambientale e improntato alla responsabilità sociale.
E’ questo aspetto così impattante che ha mosso un gruppo di azionisti a chiedere l’attuazione di politiche aziendali più favorevoli e mirate al così detto Diritto alla riparazione. Secondo i principi che vi sottendono i produttori si impegnano a mettere a disposizione dei consumatori le parti di ricambio e a fornire loro il know-how per procedere alle sostituzioni della componenti danneggiate.
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La soluzione mossa a giugno sul tavolo dei vertici del Big Tech è stata a lungo dibattuta ma solo recentemente l’azienda ha reso noto che intenderà portate avanti questo progetto mettendo in campo della azioni entro il 2022.
Microsoft si impegna in sostanza a impiegare le sue risorse in tre attività. La prima consiste in uno studio affidato ad una società esterna che valuterà i benefici legati all’aumento dei sistemi che possono essere riparati.
La seconda invece è determinata dalla produzione di parti di ricambio associate ai manuali e alle schede tecniche anche fuori dalla usuale rete di rivenditori.
La terza è la scelta di realizzare dei prodotti pensati appunto per essere soggetti al cambio delle componenti in maniera più semplice ed accessibile.
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Tuttavia il traguardo raggiunto dall’associazione non è che uno dei molti prefissati. As You Sow ha infatti aperto un tavolo di trattative anche con il gigante di Cupertino, sperando di fare leva sulla prima proposta di legge presentata al congresso che ha come tema l’implementazione della cultura dell’economia circolare.
Una sensibilizzazione in tal senso andrebbe a toccare un aspetto molto importante e discusso che sarebbe legato appunto alla produzione di beni tecnologici. Questi, secondo uno studio di Greenpeace del 2017, stanno impattado sull’emissione di gas serra con percentuali superiori al 70%.
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