Ecco la risposta di Mark Zuckerberg alle accuse mosse dalla sua ex manager, Frances Haugen: “Ci preoccupiamo profondamente di questioni come la sicurezza, il benessere e la salute mentale”
Il fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, ha replicato alle accuse dell’ex manager Frances Haugen contro i suoi social media, la sacra trinità Facebook- Instagram-Whatsapp, definendole “immorali, un danno mentale per i teenager”. In una lettera ai dipendenti, condivisa direttamente su Facebook, Zuckerberg ha rassicurato che il gruppo si preoccupa “profondamente di questioni come la sicurezza, il benessere e la salute mentale”. Insomma, ah risposto alle accuse definendole “infondate”
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Dopo le accuse sui media americani per far girare più velocemente la voce, la cosiddetta talpa, essersi poi scoperta essere Frances Haugen ovvero l’ex manager di Facebook, ha testimoniato al Senato, sostenendo come “la leadership della compagnia sappia come rendere Facebook e Instagram più sicuri, ma che non vuole fare i necessari cambiamenti perché ha messo i suoi astronomici profitti davanti alla gente e ha scelto di crescere ad ogni costo”, ha detto, sottolineando i continui conflitti tra sicurezza e profitto che affronta l’applicazione all’oscuro di coloro che la usano, per lo più teenagers.
“È difficile per noi assistere a una rappresentazione errata del nostro lavoro e delle nostre motivazioni. Penso che molti di voi non riconoscano la falsa immagine della società che è stata dipinta”, ha scritto Zuckerberg. “L’argomentazione che deliberatamente spingiamo per il profitto contenuti che fanno arrabbiare le persone è profondamente illogica”, ha proseguito l’amministratore delegato di Facebook, senza nascondere un certo fastidio. “Facciamo soldi con le inserzioni e gli inserzionisti continuamente ci dicono che non vogliono che i loro annunci siano vicino a contenuti dannosi o furiosi. Non conosco alcuna azienda tech che vuole realizzare prodotti che rendono le persone arrabbiate o depresse. Morale, business e incentivi sui prodotti puntano tutti nella direzione opposta”.
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Zuckerberg ha anche affermato la sua collaborazione con esperti in sicurezza e privacy dei bambini e si impegna a non mostrare più annunci in nessuna esperienza Instagram che viene sviluppata per persone di età inferiore ai 13 anni. Facebook ha già affrontato il controllo, in passato, su ciò che i critici dicono sia il suo fallimento nel controllare il bullismo, gli abusi sessuali sui minori e lo sfruttamento dei minori online. Si sa che per un po’ Facebook era una sorta di canale per adescamento. Il Centro nazionale per i bambini scomparsi e sfruttati ha affermato che “le app di proprietà di Facebook hanno segnalato 20,3 milioni di episodi di potenziali abusi sui minori nel 2020. Nel 2019, invece, una vulnerabilità della privacy ha consentito a migliaia di bambini che utilizzavano la piattaforma Messenger Kids dell’azienda di partecipare a chat con estranei. Esponendo i minori a rischi altissimi di abusi.” (fonte: TGSKY 24)
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